Il vento del cambiamento soffia forte su Trieste, più o meno quanto la Bora di ieri mattina. Se ne può avere un’idea ascoltando le parole delle tante persone che ieri si sono ritrovate a Roiano, nonostante il freddo intenso, per cercare di immaginare insieme la nostra città.
Siamo partiti dalla piazza principale di Roiano, dove Lucio Mircovich, del Club Alpinistico Triestino, ci ha raccontato la storia della galleria che parte da via Sara Davis e sbuca in via Fabio Severo, e che durante la guerra serviva da rifugio antiaereo. A Trieste ce ne sono molte di queste gallerie, eredità di tempi passati, e allora perché non trovare il modo di riutilizzarle? Si potrebbe pensare di fare diventare questa un percorso ciclopedonale, per collegare rapidamente due punti densamente abitati della città.

Ci siamo poi spostati di pochi metri, davanti alla sede di Zeno, all’inizio di vicolo delle Rose. Qui, come ci ha raccontato il presidente dell’associazione Alessio Carecci, un paio di anni fa un gruppo di giovani che non volevano darsi per vinti di fronte alla totale assenza di vere politiche giovanili, ha riattivato un luogo chiuso da anni. I progetti nascono meglio mettendo insieme più persone, ed è per questo che avevano pensato a uno spazio aggregativo dove dare vita, tra le altre cose, a un cineforum sui generis e a un caffè delle lingue, insomma a un luogo dove sperimentare nuovi modi per stare assieme. Poi gli eventi hanno preso un’altra piega, è arrivata una pandemia, ma loro non si sono persi d’animo e hanno aderito a Trama, una rete di solidarietà che raccoglie e distribuisce cibo, medicinali, vestiti e coperte, in collaborazione con le comunità di Sant’Egidio e di San Martino al Campo.

Visto il punto in cui eravamo, non potevamo non parlare del grande cantiere che sta per essere inaugurato a Roiano e che cambierà radicalmente il volto al rione: l’ex caserma della Polstrada. Daniele Vatta consigliere circoscrizionale, ci ha riassunto la storia del recupero di quest’area, che inizia ben 20 anni fa, dopo anni di richieste da parte degli abitanti. Il progetto finale prevede la costruzione di un asilo nido dotato di un grande cortile interno, con tetti verdi e pannelli solari, e un grande parcheggio semi-interrato per un centinaio di macchine. Quindi tutto a posto? Non proprio, perché è scomparsa l’idea di “bosco urbano” prevista inizialmente, per lasciare posto a piccole aiuole verdi con qualche cespuglio e circondate da molto cemento. Inoltre il finanziamento copre i lavori per l’asilo e il garage ma non per i servizi “accessori”, proprio quelli che potrebbero far diventare questo spazio un vero e proprio luogo da vivere. Ci sarà sicuramente da vigilare sull’andamento dei lavori, per fare in modo che quest’opera migliori veramente la qualità della vita del rione.

L’area verde abbandonata in via dei Moreri ci ha dato l’opportunità di parlare di orti urbani, delle aree di sgambamento per i cani e del bisogno di progettare insieme agli abitanti la destinazione delle aree comuni. Carmen Roll, di Urbi et Horti, ha ricordato un progetto delle microaree per creare un circolo virtuoso che rispondesse al bisogno degli anziani soli di prendersi cura del proprio orto, mentre Massimiliano Borghesi, tra i partecipanti al percorso di progettazione partecipata di TS4 trieste secolo quarto, ha parlato della mancanza di manutenzione nel giardino di via Boccaccio, mentre qualcuno ha anche immaginato di riportare in superficie il torrente interrato che passa sotto la strada. L’area verde di Via Moreri, tra l’altro, è di proprietà delle Ferrovie: proprio sotto Roiano passa infatti una lunga galleria ferroviaria che collega direttamente le banchine del Porto alla linea per Venezia, e che un giorno potrebbe essere adibita anche al traffico passeggeri, collegando il rione e molte altre aree della città con un servizio di tram-treno .

L’ultima tappa della nostra esplorazione urbana è stata la Stock, bellissimo esempio di recupero industriale, dalle grandi potenzialità e con i suoi caratteristici mattoni rossi a vista, che però al momento soffre della mancanza di piccole attività commerciali e artigianali che potrebbero rivitalizzare gli spazi comuni, come ha sottolineato Marino Calcinari. Qui si trovano le sedi di diverse aziende e servizi (l’Agenzia delle Entrate, la Genertel, il distretto sanitario, il supermercato), ma ha l’aria di un non-luogo un po’ dimenticato, dove manca l’allegro viavai di una vera piazza pubblica: nonostante si tratti di uno spazio privato, l’Amministrazione potrebbe intervenire favorendo degli accordi tra proprietari e altri operatori privati, per rendere la Stock un luogo più vivace e accogliente.

All’evento ha partecipato anche Trieste Verde.