A dicembre 2021 la Giunta Dipiazza aveva chiesto al Consiglio di approvare la partecipazione del Comune all’aumento di capitale di Interporto SpA, al fine di realizzare le strutture industriali nell’area ex Wärtsilä da destinare in affitto a British American Tobacco, che avrebbe a sua volta insediato una nuove produzione manifatturiera in città.

In quell’occasione come Adesso Trieste avevamo presentato una mozione d’ordine per chiedere che il Comune convocasse la BAT e le parti sociali in un’audizione. Eravamo infatti fortemente interessati ad approfondire i risvolti economici, occupazionali, sociali e ambientali di quest’operazione. La proposta era passata con il voto favorevole di buona parte dell’opposizione e l’astensione di parte della maggioranza. In seguito, un’altra richiesta di audizione, presentata dai capigruppo di centro-destra, ha integrato l’invito ai vertici BAT con quelli a Zeno D’Agostino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e di COSELAG, e Paolo Privileggio, Presidente di Interporto Trieste SpA.

Nonostante avessimo auspicato un coinvolgimento attivo delle parti sociali (sindacati, associazioni datoriali),  il 15 febbraio 2022 l’audizione si è svolta con la presenza di essi nella mera posizione di auditori. Si è trattato di una scelta secondo noi sbagliata, solo parzialmente sanata da una successiva audizione dei sindacati in Conferenza dei Capigruppo in merito ad altre situazioni industriali critiche (Burgo, Flex e Wärtsilä). 

Adesso Trieste aveva votato favorevolmente all’aumento di capitale di Interporto SpA poiché riteniamo che il ruolo del pubblico debba essere quello di stimolare, accompagnare ma soprattutto orientare l’iniziativa imprenditoriale nella direzione della sostenibilità sociale e ambientale. Per questa ragione abbiamo utilizzato l’audizione come un’occasione per raccogliere informazioni utili a capire l’impatto effettivo dell’insediamento di BAT a Trieste.

All’audizione avevano partecipato, per conto di BAT Italia, l’avv. Andrea Di Paolo, Responsabile legale, e l’ing. Alberto Prudente, Project Manager dell’insediamento triestino. BAT Italia ha costituito la società BAT Trieste, della quale controlla il 100% delle azioni e nel cui CdA siedono anche Di Paolo e Prudente. Noi abbiamo rivolto sette domande principali: di seguito una sintesi delle risposte che abbiamo ottenuto nel corso della seduta, e qualche aggiornamento.

 

  • Piano industriale

Cosa verrà prodotto effettivamente sulle 12 linee produttive prospettate dall’azienda, nonché nell’ambito dell’Innovation Hub e della Boutique Digitale? In che modo la strategia di mercato dell’azienda si integra, o entra in concorrenza, con altri player già presenti nel contesto italiano (ad esempio il gruppo Coesia)? 

La strategia globale di BAT si intitola “A better tomorrow” e viene raccontato come un piano “olistico” per la sostenibilità. Nei fatti, la sua natura è raccontata da uno dei suoi obiettivi, che è quello di “spostare” 50 mln di consumatori di tabacco verso prodotti di nuova generazione entro il 2030. In sostanza per BAT la sfida è quella di conservare (e ampliare) posizioni nel mercato del tabacco e simili “governandone” la transizione verso prodotti “a potenziale rischio ridotto”. Nel corso dell’audizione si è parlato addirittura di “riduzione del danno”, ma anche più in generale di “ridurre l’impatto del nostro business sulla salute, fornendo al nostro consumatore la più ampia gamma di alternative a potenziale rischio ridotto rispetto alle tradizionale sigarette”. All’interno di questo piano, l’Italia è vista come la base di coordinamento di altri 18 Paesi EU per l’azienda. 

Il Trieste Innovation Hub troverà sede nell’area FreeEste e sarà composto da:

  • Una parte produttiva, composta da 12 linee su 20.000 mq al servizio del mercato italiano e globale per la produzione di prodotti a potenziale rischio ridotto quali:
    • sigarette elettroniche
    • prodotti per uso orale
    • rodotti a tabacco riscaldato
    • verranno inoltre allestite linee produttive per la terapia sostitutiva da nicotina (produzione farmaceutica)
  • Una parte di innovazione e ricerca (la cosiddetta “Boutique digitale”, centro di specializzazione sulle trasformazioni e sul marketing digitale con operatività a livello europeo). 

L’investimento previsto nei cinque anni di sviluppo è di 500 mln €. Entro l’estate 2022* dovrebbero essere consegnati i capannoni che saranno poi allestiti entro fine anno con produzione di tabacco riscaldato, prodotti per uso orale e terapia sostitutiva. Nella seconda fase, che si concluderà nel 2023, verranno attivate tutte le linee. 

* Negli ultimi giorni l’azienda ha dichiarato che ci saranno dei ritardi nella costruzione dell’edificio, ma che la produzione potrà essere comunque avviata entro la fine dell’anno.

  • Impatto occupazionale

240 addetti nella prima fase, 600 a regime, 2.100 di indotto. Al di là dei numeri, che mansionario e che qualifiche avranno gli assunti? Quale sarà il contratto nazionale di riferimento delle prime assunzioni?

L’azienda ha ritenuto di non voler fare anticipazioni sul contratto collettivo che verrà applicato, assicurando che sarà comunque congruo alle lavorazioni previste e che sarà concordato a livello nazionale con le forze sindacali. Per quanto riguarda la tipologia delle assunzioni, è stata fatta una stima per la quale dei 600 lavoratori a regime, 50 saranno nell’ambito della ricerca e 550 nell’ambito manifatturiero. Di questi ultimi il 10% saranno posizioni “quadro” e 90% operai con diversi gradi di specializzazione. Non è stata data alcuna specifica sulla localizzazione dell’indotto. 

  • Logistica e impatto ambientale

Quali gli impatti dal punto di vista logistico? Come pensate di operare in relazione alle reti di approvigionamento/trasporto prodotto finito? E in relazione all’esigenza di risorse energetiche/acqua?

L’obiettivo complessivo di BAT è di raggiungere la carbon neutrality entro il 2030, ed entro il 2050 per l’intera filiera. Tra gli obiettivi intermedi si registrano quelli dell’eliminazione della plastica monouso nei prodotti, della realizzazione degli imballaggi in plastica riciclabile o compostabile e dell’aumento del 30% della quantità di acqua riciclata, tutti entro il 2025.

Per quanto riguarda lo stabilimento triestino, l’obiettivo dichiarato dall’azienda è di renderlo carbon neutral fin dal primo giorno d’attività, lavorando su efficienza energetica, rinnovabili e tutela dell’ambiente, con il vantaggio di poter agire su una struttura nuova e senza la necessità di riconvertire impianti già esistenti. 

Sul fronte dell’energia, il tetto dei capannoni sarà interamente coperto da pannelli fotovoltaici che contribuiranno al 20% dell’energia necessaria per la produzione. Il restante 80% sarà coperto da power purchase agreement, energia verde acquistata direttamente da produttori che costruiranno per conto di BAT potenza addizionale da energia rinnovabile. Verrà valutata anche l’opportunità di utilizzare l’idrogeno verde, insieme a Interporto SpA, Wärtsilä e SNAM. L’edificio sarà progettato in maniera intelligente dal punto di vista del risparmio energetico, con una coibentazione massima e sistemi di controllo della temperatura. Tutti i macchinari acquistati per la produzione sono del massimo livello energetico, mentre per il riscaldamento degli ambienti è stato acquistato un boiler a biomasse.

Sul fronte dell’acqua, verrà garantito il riciclo del 30% dell’acqua immessa, con interventi di separazione dell’acqua, riutilizzo per altre lavorazioni dopo trattamento, trattamento finale anche lavorando in sinergia con produzioni vicine.

Sul fronte dei rifiuti, l’obiettivo dichiarato è quello di portare zero rifiuti in discarica con una percentuale di riciclo al 95%. 

Sul fronte della mobilità, l’azienda sarà dotata di un mobility manager, saranno installate delle colonnine elettriche di ricarica dell’auto utilizzabili gratuitamente per i dipendenti, mentre insieme a Wärtsilä verranno sviluppate delle proposte per la mobilità dei dipendenti. 

  • Filiera

Quali le relazioni con il tessuto produttivo locale? Avete in mente un piano di valorizzazione delle imprese locali, filiera corta, co-progettazione di filiera, economia circolare, simbiosi industriale? Questo anche nell’ottica dell’indotto ipotizzato: dove saranno localizzate le imprese dell’indotto? A Trieste o altrove? Avete intenzione di valutare l’opportunità di assorbire parte della forza lavoro proveniente dalle aziende in crisi industriale sul territorio?

Questa domanda non ha trovato risposta, se non parzialmente nell’ambito della domanda successiva. 

  • Impatto sulle politiche del lavoro e sulle relazioni sindacali

Anche in relazione al profilo delle assunzioni previste, quali relazioni pensate di instaurare in particolare con la Regione nell’ottica dell’eventuale rimodulazione delle politiche attive del lavoro? Che tipo di rapporto con le parti sociali e datoriali intendete instaurare?

In sede di audizione BAT aveva annunciato l’avvio entro marzo 2022 della campagna di selezione del personale in collaborazione con la Regione FVG, altre istituzioni locali e forze sociali nazionali e locali per dare l’opportunità a tutti di candidarsi, compresi i lavoratori provenienti dalle aziende in crisi. Le posizioni sarebbero state quelle di operatori specializzati, team leader, tecnici ingegneri elettronici e meccanici, specialisti nella qualità e nella logistica sia diplomati che laureati con o senza esperienza pregressa. Sarebbe stato garantito un percorso di inserimento lavorativo con formazione tecnica e manageriale insieme alla Regione*. BAT aveva inoltre annunciato che erano in programma incontri di presentazione del progetto e del percorso con le forze sindacali. 

* La campagna per le prime 150 assunzioni è stata avviata nei giorni scorsi, per operatori di linea ed esperti di movimentazione merce, specialisti di qualità, ingegneria di produzione e manutenzione, impiegati nelle funzioni finanza, logistica, risorse umane e acquisti. La novità è costituita dalla collaborazione con l’agenzia interinale privata Gi Group, che non era stata anticipata nel corso dell’audizione. 

  • Relazioni con il mondo della ricerca

Quale il rapporto con l’Area di Ricerca e più in generale il sistema della ricerca? Per quali specifici sviluppi scientifici e tecnologici pensate di potervi avvalere delle competenze presenti in Area Science Park e in generale nel sistema della ricerca triestino?

In sede di audizione l’azienda ha semplicemente confermato che la scelta di Trieste non è dovuta esclusivamente a ragioni geografiche, ma l’ecosistema della ricerca e innovazione ha giocato un ruolo fondamentale. BAT ha affermato di credere nella collaborazione tra pubblico e privato in sinergia con i vari attori del territorio per la ricerca e sviluppo, l’innovazione e il trasferimento del know how. È stata inoltre affermata la necessità di costruire sinergie tra il centro di ricerca BAT a Southampton e il nuovo stabilimento triestino.

  • Relazione con il regime di Punto Franco Internazionale

L’insediamento insiste nell’area FreeEste che gode del regime di Punto Franco Internazionale. Qual è la relazione tra l’insediamento produttivo nell’area dell’ex Wärtsilä e il regime di Punto Franco Internazionale? Posto che non intendete avvalervene immediatamente, avete già prospettato delle ipotesi di utilizzo futuro?

La domanda non ha ricevuto una risposta diretta. I manager di BAT hanno tenuto a specificare che i prodotti dell’azienda viaggiano in regime di esenzione d’imposta dalla produzione all’ultimo deposito fiscale prima di entrare dal tabaccaio, quando il pagamento dell’imposta viene effettuato dal distributore.