Le prime sedute del Consiglio Comunale di Trieste sono state uno strano spettacolo surrealista dove un personaggio secondario, o meglio, una comparsa, si mette in proscenio e comincia a fare un monologo noioso. Non ha capacità dialettiche, farfuglia banalità. Occupa uno spazio in cui non potrebbe essere ammesso, ed è convinto che tutto ciò sia rivoluzionario. È una mesta maschera che fa sprecare tempo prezioso.

Il vero protagonista però è sempre lui, l’uomo invisibile, il Sindaco in fuga, il rappresentante dei cittadini che, con la sua assenza, ai cittadini manca puntualmente di rispetto. Nelle tre sedute che finora hanno avuto luogo, Dipiazza è stato presente solo alla prima con un brevissimo discorsetto di circostanza, e poi si è dileguato. Come fa ad avere un ruolo di primo piano qualcuno che non c’è mai? In effetti, a essere protagonista non è Roberto Dipiazza come persona, ma lo stile: evasivo, omertoso, chiuso, vago, ostile. È questa la cifra che contraddistingue alcuni assessori e membri della Giunta quando vengono interpellati.

È successo che nei giorni scorsi, Giulia Massolino, Consigliera di Adesso Trieste, avesse chiesto la specifica delle destinazioni d’uso di ben 278.000 euro per incarichi esterni da affidare per il Porto Vecchio. Non avendo ricevuto alcun riscontro, ieri, durante la seduta, Giulia Massolino ha dovuto insistere per ottenere una risposta. Tutto ciò che ha ottenuto è un altro esempio concreto di quello stile cui si è accennato più sopra: l’Assessore Everest Bertoli le ha detto testualmente e frettolosamente che “si tratta di incarichi finanziari per incarichi di progettazione sulle opere che si stanno realizzando in Porto Vecchio”. È ammissibile che una richiesta di chiarimento sull’uso di denaro pubblico venga liquidata in questo modo, senza entrare nel merito e senza fornire dettagli? Evidentemente, questa finora dev’essere sempre stata la prassi. Per non parlare della seconda domanda fatta: i posti di lavoro dell’insediamento della British American Tobacco si genererebbero effettivamente nel territorio cittadino o altrove? Anche qui, la risposta dell’Assessore è stata un inammissibile “speriamo”. Sull’insediamento BAT faremo comunque un approfondimento dedicato.

Il comune denominatore di tutti gli atti che questa Giunta, così come quella precedente, porta avanti è la completa opacità: tutto deve rimanere segreto, nascosto, riservato. Le decisioni vengono prese senza coinvolgere i cittadini o i diretti interessati. Si pensi all’incapacità di sbloccare una volta per tutte la questione del tram de Opcina, o all’ostinazione per la realizzazione del Parco del Mare con cui una buona parte della popolazione non è d’accordo, alle modifiche alla viabilità che non tengono conto delle peculiarità dei territori, all’affidamento dei lavori per il Museo del Mare senza che nessuno degli studiosi ed esperti triestini sia stato in qualche modo coinvolto nel co-progettare contenuti e allestimento.

È indispensabile che la qualità delle sedute del Consiglio Comunale si elevi con urgenza. Se l’opinione dei cittadini dovesse continuare a formarsi su questi standard, alle prossime elezioni andrebbe a votare il 20% degli aventi diritto.