Durante il consiglio comunale di venerdì 2 agosto abbiamo discusso una variazione di bilancio da 30 milioni di euro, che avrebbe potuto essere investita in molte necessità urgenti. La maggioranza ha preferito utilizzare questi fondi disperdendoli in mille rivoli, con vere e proprie mance e mancette così spudorate che alcuni consiglieri hanno dovuto riformulare i loro emendamenti per rendere meno esplicito a chi dovessero finire i soldi.

Grazie a un emendamento co-promosso da PD, Adesso Trieste e Punto Franco, siamo riusciti a far stanziare 200.000 € per le famiglie più in difficoltà della città, rispondendo così anche all’appello lanciato dagli assistenti sociali comunali.

Meglio tardi che mai. Già a dicembre in sede di bilancio preventivo, infatti, come Adesso Trieste avevamo evidenziato che centinaia di famiglie triestine erano rimaste senza reti di protezione dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza e con il sottofinanziamento della carta acquisti nazionale “Dedicata a te”. Questo emendamento è un piccolo ma importante passo avanti nella direzione di un Comune attento ai più deboli.

Tuttavia, molte delle nostre altre proposte sono state bocciate. Eccone alcune:

  • Risorse per Acquamarina: a cinque anni dal crollo, il Comune ha cambiato diverse volte idea su come e dove realizzare il progetto, e ancora non ha voluto raccogliere tutte le risorse necessarie per far partire il cantiere. Abbiamo proposto di finanziare l’intervento togliendo fondi a lavori molto meno urgenti.
  • Ascensore di Casa Bartoli: il sistema di risalita della casa di riposo di via Marchesetti è fuori uso da decenni. Ora il Comune rischia di dover restituire 300.000 € di fondi nazionali stanziati per risistemarlo, e questo perché non si sono voluti trovare altri 300.000 € per far partire subito il lavoro.
  • Azioni di sostegno nei confronti dell’housing sociale e degli studenti e delle studentesse fuori sede: i dati dell’Osservatorio per la Rigenerazione Urbana e le Politiche Abitative del Comune di Trieste presentano una situazione immobiliare nella nostra città sempre più piegata da un alto costo degli affitti e dei prezzi degli immobili andando ad impattare fortemente sui redditi medi, tra cui sugli studenti e le studentesse fuori sede. Per questo abbiamo chiesto 200.000 € per azioni di sostegno a queste due categorie, andando verso un sistema di housing sociale per i redditi tra i 15.000 e i 30.000 euro e a sostegno degli studenti e delle studentesse.
  • Sostegno ai giovani e agli studenti fuori sede: Interventi per integrare giovani in percorsi lavorativi e di formazione.
  • Fondo di sostegno morosità incolpevole: Abbiamo proposto di aumentare le risorse destinate ai nuclei familiari che, in ragione di un improvviso peggioramento della propria situazione economica, non sono più in grado di sostenere il pagamento del canone di locazione e rischiano lo sfratto.
  • Progetti per l’emancipazione, per l’autonomia e di contrasto dell’istituzionalizzazione: molto spesso le persone con disabilità o a ridotta autonomia, in assenza di alternative valide, sono costrette all’istituzionalizzazione. Abbiamo dunque proposto di aumentare i fondi dedicati ai percorsi alternativi all’istituzionalizzazione rivolti alle persone con disabilità e alle persone anziane, potenziando anche strumenti quali il F.A.P. (Fondo per l’Autonomia Possibile)
  • Servizio Integrazione Inserimento Lavorativo (S.I.I.L.): Dentro ad un mercato del lavoro sempre più competitivo e disinteressato, le prime a rischiare di restare escluse sono le persone con handicap o con problemi legati alla salute mentale. Si tratta di un ostacolo enorme per il percorso di autonomia della persona. Abbiamo dunque proposto di potenziare il servizio di formazione e di inserimento lavorativo.
  • Sistema informativo sulla manutenzione del verde: abbiamo proposto di realizzare, sul modello di altre città come Torino, un pratico sistema informativo sulle operazioni di manutenzione del verde, inclusi gli interventi di abbattimento, per aumentare la trasparenza dell’azione amministrativa, informare correttamente la cittadinanza ed evitare conflitti.

Abbiamo votato contro questa variazione di bilancio, perché ancora una volta la Giunta Dipiazza ha perso l’occasione di individuare le vere priorità della città. Trieste merita un’amministrazione più attenta ai bisogni dei cittadini e che utilizzi le risorse pubbliche in modo più efficiente, investendo in progetti a lungo termine per migliorare la qualità della vita.