Il seguente documento è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea Cittadina di Adesso Trieste, riunitasi sabato 10 settembre 2022 al Kulturni Dom di Prosek/Prosecco.

1. Sono passati ormai quasi due anni dalla fondazione di Adesso Trieste. Nel corso di questo breve lasso di tempo abbiamo affrontato la nostra prima campagna elettorale, raccolto il consenso di migliaia di triestine e triestini, portato nelle istituzioni cittadine diciassette tra Consiglieri Comunali e Consiglieri Circoscrizionali; ma abbiamo anche consolidato un metodo politico fatto di partecipazione diretta, intelligenza collettiva, esplorazione dei rioni, connessione con le istanze sociali presenti in città e con gli esempi concreti della sua possibile trasformazione nella direzione di una Trieste più verde, più giusta e più innovativa. Adesso Trieste si è affermata come spazio politico cittadino solido e aperto, animato da più di 260 socie e soci: il nostro impegno è orientato a far crescere ulteriormente questo spazio, non solo dal punto di vista dei numeri ma anche da quello della qualità e dell’efficacia della partecipazione e dell’azione politica istituzionale e non. 

2. In questi due anni anche la città, e la società in generale, sono cambiate. Sono stati gli anni della pandemia, del ritorno della guerra in Europa a un quarto di secolo dalla tragica disgregazione della Jugoslavia, degli effetti sempre più evidenti di una crisi ecologica di fronte alla quale in molti si ostinano a fare come se nulla fosse. Oggi Trieste attraversa una fase estremamente critica, segnata dagli incendi che hanno a più riprese circondato la città, da una crisi industriale dirompente come quella di Wärtsilä, dall’ossessione per il turismo crocieristico presentato come panacea di tutti i mali economici e occupazionali, dal rischio di perdere l’occasione storica del PNRR inseguendo la chimera di opere inutili e dannose come l’ovovia. Tutte queste vicende interrogano in profondità il nostro agire politico, e ci spingono a confermare il nostro impegno per tradurre, anche in ambito istituzionale, l’esigenza pressante di costruire una società basata sulla giustizia sociale e ambientale, e sulla convivenza e cooperazione come formula concreta di pace tra i popoli.

3. Trieste continua ad essere attraversata anche da fortissime energie positive: sono quelle delle realtà associazionistiche e imprenditoriali che con ostinazione tengono aperte finestre di opportunità lavorative, culturali, aggregative, sociali; sono quelle dei comitati di cittadini che si organizzano per far fronte alle ingiustizie ambientali, sociali ed economiche, dal Comitato Spontaneo per la Pineta di Cattinara al Comitato No Ovovia, fino al Coordinamento per la difesa della sanità pubblica; sono quelle delle lavoratrici e dei lavoratori che si mobilitano per rivendicare un salario degno, come nel caso degli operatori museali, o per difendere il futuro economico e industriale della città, come nel caso di Wärtsilä, Flex, Principe e Tirso; sono quelle di operatori e appassionati di cultura che non si rassegnano all’idea di un sistema museale senza direttori, abbandonato alle inclinazioni dell’Assessore di turno e agli appetiti del turismo mordi e fuggi. Di fronte a questi stimoli continuiamo a mettere a disposizione Adesso Trieste come cassetta degli attrezzi istituzionali e organizzativi, per dare voce e gambe a queste istanze. Osserviamo con favore il fatto che questa nostra interpretazione del ruolo di opposizione – che gli elettori ci hanno affidato con il loro voto – stia positivamente contaminando anche altre forze politiche. 

4. Siamo altresì consapevoli di non essere un’esperienza isolata: in diversi angoli del Friuli e del Litorale realtà sociali e politiche lavorano quotidianamente condividendo con noi le stesse sensibilità, ansie e speranze. Non siamo infatti le uniche e gli unici – né tantomeno le prime e i primi – a ritenere che la dimensione locale sia quella più fertile per sperimentare un modo diverso di fare politica, nell’interesse di (e insieme a) chi spesso ne è escluso. Stiamo contribuendo a far crescere la consapevolezza per cui la politica è utile se si fa ricerca-azione, intervento diretto e pragmatico, confronto costante con le persone, costruzione di nuovi linguaggi, reinvenzione dell’identità locale in chiave aperta e progettuale, e tanto altro. Per queste ragioni abbiamo rivolto a diverse realtà territoriali un invito a incontrarsi nella nostra città il 1° luglio scorso, per iniziare a condividere analisi, esperienze concrete e progetti per il futuro, invito che è stato raccolto con interesse ed entusiasmo da più di 80 persone da tutta la Regione.

5. In questi primi due anni di impegno abbiamo infatti avuto spesso modo di confrontarci (e scontrarci) con la Regione, intesa come istituzione che pur essendo dotata di ampie competenze e strumenti grazie al suo Statuto Speciale, in molti ambiti non fa abbastanza per accelerare la conversione della società nella direzione di una maggiore equità ambientale, sociale, economica, intergenerazionale, di genere, così come per una convivenza pacifica e contaminazione produttiva tra culture, lingue, etnie diverse. Quando proponiamo di spingere l’acceleratore sulle comunità energetiche, di garantire criteri sociali e ambientali stringenti per gli appalti pubblici, di rafforzare la salute territoriale, di andare verso la prospettiva della mobilità pubblica gratuita o di puntare sulla cooperazione transfrontaliera, tocchiamo temi in merito ai quali la Regione potrebbe avere un ruolo determinante e tuttavia decide molto spesso di mantenere inalterato lo status quo. Le prossime elezioni regionali, da questo punto di vista, rappresentano dunque un’opportunità per cambiare rotta: non sappiamo ancora se e come questa opportunità possa tradursi nel concreto, ma pensiamo che valga la pena provare a capirlo, partendo dal mettere a disposizione la nostra breve ma significativa esperienza accumulata in questi due anni. 

6. Per questo riteniamo che sia giunto il momento di rafforzare l’intreccio tra esperienze cittadine e regionali che, come noi, vorrebbero far cambiare rotta al Friuli Venezia Giulia. A maggior ragione a fronte di una campagna elettorale nazionale che si sta svolgendo senza incrociare quasi mai le reali esigenze, preoccupazioni e aspirazioni delle persone, e che rischia di scaricare le proprie scorie anche sul contesto locale, intendiamo dare il nostro contributo attivo alla costruzione di un’agenda per una Regione, forte della propria autonomia, più verde, più giusta e più innovativa. Questa agenda, che intendiamo costruire insieme alle persone, in continuità con il metodo utilizzato fin dall’inizio del nostro percorso, metterà al centro del dibattito, oltre ai temi già sopra esposti, un principio fondamentale: quello della coerenza tra dire e fare. Serve una forte discontinuità con le esperienze di governo regionale che, dalla grande crisi economica del 2008 in poi, hanno sostanzialmente fallito nel costruire una società più equa, forte e coesa, nel tutelare realmente l’ambiente e la salute, nel proiettare la Regione nella dimensione europea cui appartiene naturalmente. Un nostro impegno sul piano regionale vuole essere dunque innanzitutto funzionale a sgomberare il campo da quelle discussioni lontanissime dalla vita reale delle persone in cui la politica parla di se stessa e a se stessa, per riportare la politica ad adempiere al suo significato originario: risolvere insieme problemi comuni.