Nei giorni scorsi il Sindaco Dipiazza ha dichiarato alla stampa che a colpire la commissione del premio European City of the Year – premio poi assegnato a Trieste tramite una votazione online – sono stati i progetti elaborati dal Comune per Porto Vecchio e per Servola. La domanda di 14,7 mln di € relativi alla rigenerazione di Servola, annunciata con grande enfasi agli organi d’informazione ad aprile di quest’anno, è stata tuttavia bocciata dal Ministero dell’Interno, il quale non ha inserito i sei interventi proposti dal Comune nella graduatoria emessa più di un mese fa, il 19 ottobre (la graduatoria è consultabile qui).

Stamattina su precisa domanda in merito nel corso della seduta congiunta di II e VI Commissione Consiliare l’Assessora Savino ha risposto di non sapere nulla del mancato finanziamento. Stupisce che la Giunta non sia a conoscenza del fatto che la città abbia perso una quota così consistente di risorse, peraltro più volte citate nella comunicazione istituzionale dell’Ente.

Nessuno nega che i criteri con i quali vengono costruiti questi bandi sono di particolare svantaggio per le città del Nord Italia. Essi utilizzano infatti come criterio di assegnazione dei fondi l’indice di vulnerabilità sociale complessivo del Comune, senza tenere in considerazione le disuguaglianze sociali presenti all’interno delle città, tra un rione e l’altro. Anche su questo registriamo tuttavia che avere un’Assessora Sottosegretaria e un’altra Deputata non sta costituendo un’occasione per rivedere certi aspetti delle normative nazionali a vantaggio della città, ma significa semplicemente continuare ad avere una Giunta a mezzo servizio.

I problemi sono però altri due: il primo è che una corretta comunicazione istituzionale dovrebbe rendere conto alla cittadinanza sia dei progetti vinti, sia di quelli che purtroppo non ottengono finanziamenti, tanto più che le opere in questione, al momento senza alcuna copertura certa, sono state più volte sbandierate come il simbolo dell’interesse della Giunta Dipiazza per le periferie.

Il secondo problema riguarda invece il futuro di Servola: i residenti di quel rione si aspettano, giustamente, misure di risarcimento a fronte dei pesantissimi danni ambientali ed economici subiti a causa della presenza dell’area a caldo della Ferriera. Le risorse certe per finanziare questi interventi andavano trovate attraverso una partecipazione diretta del Comune alle trattative per l’Accordo di Programma del 2020, lo stesso che nell’ambito della chiusura dell’area a caldo ha riconosciuto al Gruppo Arvedi risorse pubbliche per 55 mln di €. Affidarsi, a distanza di anni, ad altre linee di finanziamento per nulla certe non rende giustizia a quanti hanno subito per lungo tempo le scelte sbagliate della politica locale.