La gestione dei rifiuti del capoluogo giuliano mostra dati estremamente bassi di raccolta differenziata. Adesso Trieste si discosta dall’annuncio celebrativo dell’Assessora Polli, sottolineando che il passaggio dal 38% al 44% di differenziata in 4 anni non è sufficiente. Per fare dei paragoni, a Treviso la percentuale raggiunge addirittura l’87%, a Pordenone l’85% e perfino nella metropoli di Milano si differenzia il 61%. 

Non certo una questione di scarsa civiltà dei triestini. Nelle città più virtuose la gestione della raccolta dei rifiuti è profondamente diversa, con il porta a porta o facendo pagare le tasse sui rifiuti in base a quanti se ne producono. Un pagamento “al consumo”, come per elettricità o gas.

Inoltre, sarebbe ancora più importante ridurre i chili di immondizia prodotti all’anno da ciascun abitante, oltre che puntare sulla differenziata. Anche su questo purtroppo la situazione a Trieste non è positiva: negli stessi 4 anni di riferimento, la produzione pro capite di rifiuti è passata da 460 a 485 kg, crescendo anziché diminuire. In pratica, ogni cittadino produce circa due chili di rifiuti in più al mese.

Su questo punto le azioni della Giunta Dipiazza sono state estremamente deboli, limitandosi ad aggiungere qualche casetta dell’acqua per disincentivare l’utilizzo delle bottiglie di plastica. Eppure le occasioni non mancavano. Si sarebbe potuto, ad esempio, sfruttare il bando regionale per le compostiere di quartiere o, in linea con le direttive europee e nazionali, costruire delle alleanze con gli operatori del commercio per promuovere il vuoto a rendere e i prodotti sfusi. Tutte azioni necessarie a rispondere agli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello locale e globale, secondo gli indirizzi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Il gruppo di lavoro di Adesso Trieste che si occupa del tema sta delineando una proposta che prevede servizi e incentivi ai cittadini e alle attività economiche per aggredire alla base il problema dei rifiuti, promuovendone una minor produzione, oltre che una diversa gestione. 

Per Adesso Trieste c’è bisogno di un deciso cambio di passo per mettere in campo un sistema di raccolta e una filiera di riciclo che da una parte impatti positivamente sull’ambiente e dall’altra offra opportunità di lavoro e di crescita economica. L’obiettivo è di trasformare un problema in un’opportunità, con benefiche ricadute per i cittadini, anche in termini di riduzione dell’imposta sui rifiuti.