Promuovere la salute e il benessere delle persone, degli animali e del nostro ambiente – visione solitamente chiamata “One Health” – è uno degli aspetti che stanno guidando in modo trasversale la costruzione del programma di Adesso Trieste. Questo vuol dire ripensare la mobilità, gli spazi verdi, i luoghi di aggregazione per far sì che tutto il tessuto cittadino promuova stili di vita sani ed attivi, ma anche rivedere il modello di sviluppo economico o la gestione dei rifiuti. Nell’articolo che trovate in seguito, Elena Debetto, Presidente regionale UISP, fa un approfondimento su come “garantire a chiunque l’accesso all’attività sportiva, nel senso più ampio del termine”. Buona lettura!

STILI DI VITA. SPORT. Di Elena Debetto

Perché prima “Stili di vita” e poi “Sport”?

Perché l’obiettivo che le comunità devono raggiungere è prima di tutto quello di garantire a chiunque l’accesso all’attività sportiva, nel senso più ampio del termine, così come inteso dal Consiglio d’Europa e cioè “qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli”.

E se si punta al miglioramento delle condizione fisiche e psichiche delle persone e allo sviluppo delle relazioni sociali inevitabilmente si sta parlando di costruzione sociale della salute intesa come stare bene e non come assenza di malattia e pertanto di migliorare il nostro stile di vita, qualsiasi sia la nostra condizione.

Se la stella polare sono i diritti di cittadinanza, in tutti i campi, a partire dalla salute, allora gli stili di vita quotidiani, l’attività motoria e il movimento, praticati per il piacere di farlo, diventano fondamentali così come diventa necessario motivare e coinvolgere attivamente nei processi le persone di tutte le età offrendo loro delle opportunità, senza prescrivere comportamenti salutari né proscrivere quelli negativi, ma mettendo i cittadini nella condizione di poter scegliere agevolmente quelli più adatti a tenersi attivi.

L’obiettivo quindi diventa quello di coniugare i temi degli stili di vita e del movimento in uno scenario di relazioni associative, di coesione sociale e di ridisegno degli spazi pubblici, per una salute di cittadinanza: costruire cioè un processo che porti l’attività motoria all’interno del perimetro dei diritti di cittadinanza, in cui una vita attiva e sana possa diventare un traguardo raggiungibile anzi un comportamento praticabile da tutte le persone, e in un quadro di politiche pubbliche che le avvicini ad un sistema di opportunità.

È anche un obiettivo di equità, a maggior ragione in una situazione che vede questi diritti messi a rischio dalla crisi del welfare, che aumenta le diseguaglianze in salute, problema che è al tempo stesso sanitario, educativo e sociale.

L’orizzonte diventa la promozione della salute per tutti e per tutte le età, la diffusione capillare dell’attività motoria costruita sulle esigenze e sulle possibilità di ciascuno, affinché possa motivare, piacere e diventare in questo modo un’abitudine salutare quotidiana.

 

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Per approfondire:

 

Buone pratiche e buone idee vicino a noi