Alla cortese attenzione di
Cgil Spi
Fnp Cisl Pensionati
Uil Pensionati

 

Gentilissime, gentilissimi,

Trieste conta un indice di vecchiaia tra i più alti in Italia. Più di 57.000 persone superano la soglia dei 65 anni e di queste 3.000 risiedono attualmente all’interno delle case di riposo. Numeri e percentuali che si presentano come un trend in costante crescita, ma che non si traducono in un cambio di passo da parte dell’amministrazione.

Forse l’elemento più preoccupante di tutta la vicenda risiede nell’incapacità politica di riuscire a cogliere l’aspetto essenziale di questi numeri, ovvero che ognuno di essi rappresentano persone, rappresentano soggettività. Le persone e le famiglie che si approcciano ai servizi in buona parte non riescono ad ottenere un riscontro tangibile in termini di quantità e qualità di servizio offerto. Le file e le tempistiche per accedere alle case di riposo sono lunghissime. L’assistenza domiciliare non riesce a coprire tutta la domanda e solamente i più fortunati, oppure l’altro estremo raggiunto e supportato dai servizi, riescono a ricorrere ad onerose soluzioni private per garantire un servizio capace di tutelare la persona e al contempo una continuità d’intervento.

Una dinamica che di fatto, oltre a fotografare l’esistenza di differenze abissali all’interno della nostra società, lascia scoperta ed indifesa una vasta zona grigia di famiglie e persone. Una domanda che nell’attesa di ricevere risposta si moltiplica quotidianamente nel numero e nella tipologia di bisogni. Raramente il Comune promuove percorsi incentrati sulle persone anziane e ancora meno vigore viene speso per raccogliere la loro domanda e costruire percorsi condivisi con le stesse.

Adesso Trieste all’interno del suo programma condiviso e partecipato ha dedicato ampio respiro alla fascia anziana puntando molto sul rafforzamento delle buone pratiche esistenti, lasciate ai margini dalle disinteressate amministrazioni precedenti, e parallelamente sull’introduzione di nuove figure professionali, nuovi ruoli e percorsi da rilanciare all’interno dei progetti. I due perni centrali su cui ruota e si struttura tutta la proposta politica sono il principio della continuità territoriale ed il rispetto dell’espressione della soggettività della persona, nell’ottica di un pieno coinvolgimento della persona nei processi decisionali riguardanti il proprio benessere bio-psico-sociale e il proprio percorso di vita.

Ad oggi la maggior parte degli interventi riguardanti l’anziano sono in larga misura di natura assistenziale e non riescono ad incrociarsi con un modello di risposta ai bisogni che promuova la salute nella sua complessità. Il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza (PNRR) destinerà nel prossimo futuro ingenti somme alle città con lo scopo di trasformarne il tessuto e la loro qualità.

Adesso Trieste ha strutturato il suo programma coerentemente con i punti e gli obiettivi previsti all’interno del documento e li rilancia in modo che non si riducano ad una spesa del qui ed ora, ma che fungano da reale investimento per la città e i suoi cittadini.

Adesso Trieste amplierà il numero delle Microaree e degli operatori in esse presenti e introdurrà nuove figure professionali al fine di offrire un servizio a misura di persona. Le Microaree, laddove presenti e ben radicate, giocano un ruolo fondamentale nella vita delle persone anziane. Oltre ad essere un luogo fisico di incontro e di socialità, le Microaree rilanciano la partecipazione e il protagonismo delle persone all’interno del proprio contesto di vita e riescono ad intrecciare le diverse risorse presenti sul territorio producendo salute, nuova ricchezza e comunità. Grazie alla conoscenza approfondita dell’ambiente in cui operano e alla loro matrice interistituzionale, sono in grado di attivare e collaborare con i servizi e sono capaci di costruire sinergie istituzionali puntuali in grado di migliorare la qualità e la tempestività della risposta. Soprattutto nell’ambito dell’anzianità le situazioni di fragilità fisica, psicologica e sociale sono molteplici; attraverso questa articolata ingegneria istituzionale si riesce a riconoscere tempestivamente le situazioni di fragilità e in molti casi si può prevenirne la degenerazione.

Un ulteriore elemento discriminatorio nei confronti dell’anziano sono le barriere architettoniche e le difficoltà di spostamento. Adesso Trieste riorganizzerà e migliorerà i trasporti pubblici e le pedonalizzazioni dei rioni con lo scopo di rendere accessibili entro i 15 minuti i servizi più importanti per la persona. Grazie ad una mappatura partecipata degli spazi aperti sarà possibile riconoscere ed abbattere gli ostacoli fisici che impediscono agli anziani e alle persone con disabilità l’accesso agli spazi di vita comuni e ai servizi stessi. La mappatura sarà di carattere residenziale e sarà estesa alle diverse zone della città. In stretta collaborazione con L’ATER e le diverse parti sociali, Adesso Trieste costruirà un Piano per l’edilizia popolare che coordini lo sblocco e il recupero del patrimonio edilizio residenziale di proprietà del Comune oggi inutilizzato. A titolo di esempio, si promuoveranno le comunità energetiche, si supporterà ATER nel recupero delle unità abitative in suo possesso e saranno incentivati all’interno del processo di riqualificazione l’inserimento di ascensori laddove assenti. Si rivedranno le norme tecniche del Piano Regolatore vigente per vincolare la componente sociale sulle nuove costruzioni residenziali, in modo tale da introdurre una percentuale di alloggi a prezzi calmierati e destinarli alle categorie più svantaggiate.

Grazie a queste e ad altre azioni in materia di tutela della salute e di promozione sociale delle persone anziane, Adesso Trieste avvierà percorsi di invecchiamento attivo e di deistituzionalizzazione. Si rivalorizzerà il ruolo dell’anziano come elemento di ricchezza per il territorio promuovendo il mondo associazionistico, organizzando iniziative, attività motorie e socializzanti, favorendo la costruzione di percorsi inclusivi di natura intergenerazionale. Attraverso percorsi di coprogettazione con il Terzo Settore, in particolare con le Cooperative di tipo B, e in collaborazione con ATER e ASUGI e associazioni, Adesso Trieste promuoverà il Cohousing e la domiciliarità innovativa. Si tratta di percorsi abitativi condivisi tra le persone, supportati da personale socio-sanitario presente h24, che consentono alle situazioni di non autosufficienza o di grande fragilità di superare la casa di riposo, di continuare a vivere in un alloggio intimo e sicuro e di esprimere la propria soggettività all’interno del proprio contesto di vita. Grazie ad una progettualità, istituzionale e non, diffusa e sinergica queste esperienze pareggiano e in molti casi riducono i costi a carico delle economie familiari e si rendono protagoniste nella produzione di benessere e ricchezza e di lavoro di qualità sul territorio.

In conclusione, anche a fronte della vostra denuncia relativa alla sostanziale assenza di relazioni tra l’attuale Amministrazione e le Vostre organizzazioni, siamo a ribadire anche in questa sede la necessità di un completo cambio di passo nei rapporti tra le istituzioni e la cittadinanza, anche nelle sue forme organizzate. Siamo convinti che l’unico modo per generare una trasformazione positiva della città sia farlo insieme alle persone, e non solamente per le persone. Per questa ragione ci impegniamo a restituire dignità e operatività alle relazioni sindacali con l’Amministrazione, in questo come in altri ambiti.

Nella speranza di poterci confrontare al più presto con maggiori strumenti amministrativi a nostra disposizione, Vi auguro buon lavoro.

 

Riccardo Laterza

Portavoce e candidato Sindaco di Adesso Trieste