Non ci si crederebbe, se non fosse vero. 

“L’Ascolto della città”. Entriamo in sala e ci sono dei foglietti di carta, tagliati male, appoggiati sulle sedie, assieme a una matita. “Raccogliamo le vostre domande”, c’è scritto. Anno 2021. Anziché un link per raccogliere commenti e domande virtuali, magari da proiettare in uno dei tanti schermi presenti, ci sono dei foglietti, da mettere in un bussolotto, all’ingresso (non in sala). Forse non hanno dimestichezza coi mezzi informatici, dato che è l’unico evento organizzato solo in presenza anziché ibrido, in mezzo a una pandemia. Ma anche ammesso di voler essere analogici, sarebbe stato bello un muro dove poter attaccare i post-it, così che siano visibili a tutti. Non sarà che forse hanno un po’ paura di cosa potrebbe emergere? 

La giornata si apre con un bellissimo storytelling: un disegno di bambini da cui – a detta del moderatore – è nato il tutto. Ai bambini era stato richiesto di disegnare come si muoveranno in futuro. Il disegno vincitore è zeppo di tram. Ci sono 5-6 tram identici al tram di Opcina, e addirittura dei binari. “I grandi non sanno che un bambino può dare consigli estremamente importanti anche nelle questioni più difficili.”, cita il sito di propaganda sulla cabinovia. Appunto, fatevelo dire dai bambini: Trieste ha voglia di tram, non di ovovia.

Ma proseguiamo. Viene fatto partire un video. “Vi mostreremo come sarà il percorso dell’ovovia!”. Il video si apre con le immagini di Porto e Dubrovnik. Aspetta, non siamo a Trieste? Già. Andiamo avanti con delle immagini di drone (almeno finalmente di Trieste) sopra cui compaiono delle scritte con tutti gli apostrofi al posto degli accenti. Ci sanguinano gli occhi, ma tralasciamo.

Poi arriva lui, l’imperatore di Trieste, il Sindaco Dipiazza. Ai Consigli comunali non si è mai visto, qui invece è presente, con i soliti toni (“ho un cantiere…”), e cita un signore che sta a 100 metri dal parcheggio previsto a Campo Romano che gli ha detto quanto sarebbe bello avere l’ovovia. Forse il signore non ha considerato il disagio che avrà durante il cantiere, né il traffico che improvvisamente si troverà a fianco della sua isolata e silenziosa villetta. Nonostante questo, sembra essere uno dei pochi che userebbe veramente l’ovovia, per stessa ammissione di Bernetti “non possiamo convincere le persone a usare l’ovovia se hanno esigenze diverse”.

Il Presidente dell’Autorità Portuale D’Agostino poi afferma che abbiamo un enorme patrimonio nel Porto Vecchio: il sistema dei binari. Ma figurati se lo ascoltano.

Poi il discorso dell’Archistar Kipar. Che prima sviolina sul primato di Trieste nella statistica della qualità della vita, e di quanto è bello che le persone che fanno sport si riapproprino degli spazi. Anche lui si è appropriato di qualcosa: le foto delle sue slide sono state prese, senza permesso, dal profilo facebook di Federico Zadnich di Adesso Trieste. Infine, la ciliegina sulla torta, già pubblicata su tutti i giornali: il rendering delle ovovie volanti. Magia balia.

Dulcis in fundo va in onda il Bernetti-show. “È la prima volta che presentiamo il progetto alla città” alla buon’ora, il progetto è di maggio 2020. Ma non preoccupatevi: AT lo ha finalmente pubblicato qui. Bernetti afferma che saranno minimizzati i parcheggi in Porto Vecchio, quando ci sono 25 milioni a bilancio per un parcheggio multipiano. Ci racconta di voler sgravare strada del Friuli, che ha problemi strutturali. E i problemi strutturali dei piloni, e il rischio idrogeologico? “Andrà approfondito…”.

Poi ci sono una serie di affermazioni di Bernetti che vale la pena elencare:

  • La cabinovia non sarebbe in conflitto con il tram di Opicina, anzi
  • La sentenza ha sottratto il terreno al Comune in favore delle Comunelle
  • Dobbiamo ancora capire come collegare i parcheggi del Quadrivio di Opicina con la stazione di partenza
  • Una cabina ogni 20 secondi… più capillare di così!
  • La cabinovia è compatibile con gli arbusti, gli alberi ad alto fusto no, ma tanto non sono autoctoni
  • Nessuna associazione mi ha mandato uno studio di fattibilità per proposte alternative
  • Non è che si possono estrapolare delle frasette dalle relazioni senza sapere come quella decisione è stata presa
  • Se la realizzazione è fissata entro il 2024 [ndr: sì, lo è] eventualmente rinunceremo al finanziamento
  • “non mi hai ascoltato”, “forse dovrebbe lei ascoltare un po’ meglio”, “ne parliamo fuori”
  • “Dialogo è fare una domanda e io ti do una risposta”
  • “Questo non è un dibattito” (il moderatore del dibattito)

Queste ultime affermazioni dimostrano pienamente cosa pensa questa amministrazione della partecipazione: ogni dubbio o opinione diversa viene bollata come fake-news pubblicamente, vengono messi in piedi siti di propaganda pagati con soldi pubblici, viene organizzato un momento di “ascolto della città” la settimana prima di Natale con pochi giorni di preavviso, dove le associazioni che hanno raccolto 16700 firme contrarie non sono neanche state invitate al tavolo, dove alcuni che avevano provato a iscriversi non hanno nemmeno ottenuto risposta. 

Verrebbe da dire “se tutto va bene, siamo spacciati”. La fortuna è che, come sempre, c’è una rotta alternativa. Una strada diversa da questo modello di mobilità follemente insostenibile, ma anche diversa da un modo di fare politica che esclude sistematicamente le persone dalle decisioni che incidono sulle loro vite. È una strada lunga ma che vogliamo percorrere (non in ovovia).