Emergenza urgenza: serve tornare a un sistema territoriale, per garantire servizi di qualità

Sabato 11 marzo 2023, al Knulp Bar, la capolista del Patto per l’Autonomia ed ex Direttrice del Distretto 3 di ASUGI, Ofelia Altomare, il capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale, Riccardo Laterza, e il Presidente AAROI EMAC FVG, Alberto Peratoner, hanno incontrato un folto gruppo di operatori sanitari per parlare della revisione del sistema di Emergenza e Urgenza Regionale. All’incontro erano presenti anche alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Nel corso della discussione è stata condivisa una valutazione fortemente critica del modello messo in atto nel 2017: un assetto centralizzato, aziendalizzato e progressivamente privatizzato, dove la presunta efficienza economica ha preso il sopravvento sulla qualità e tempestività del servizio. 

È necessario superare il modello della centrale unica di Palmanova che ha creato disservizi e ritardi nei soccorsi, aumentato le ospedalizzazioni, svilito le competenze degli operatori sanitari. Per superare questo modello serve coinvolgere direttamente chi lavora quotidianamente sul campo e in questi ultimi 5 anni è stato messo ai margini, silenziato, costretto a subire decisioni sbagliate calate dall’alto.

La proposta politica che vogliamo portare in Regione si articola in 3 punti principali: 1) Mantenere il numero unico 112 con la riattivazione di tre Centrali Operative, una per ciascuna Azienda Sanitaria, incardinate nei dipartimenti dell’Emergenza e Urgenza, per garantire una migliore qualità e tempestività della risposta all’utenza e un impiego più qualificante dei professionisti. 2) Aggiornare il Piano dell’Emergenza e Urgenza Regionale (mai rivisto dal 2015) recependo i pareri dei professionisti esperti che già avevano partecipato ai tavoli di lavoro regionali, senza che i loro contributi venissero minimamente considerati. 3) Attivare il numero unico regionale 116117 per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità e priorità di cura, con tre Centrali Operative, una per ogni Azienda Sanitaria. Il servizio deve essere garantito da personale infermieristico esperto in grado di filtrare le richieste e indirizzare l’utenza al servizio più adatto.

Con il modello attuale della Centrale Unica a Palmanova, il servizio è diventato un centralino che ha fatto perdere ai professionisti la possibilità di sentirsi parte di un’équipe, di dedicarsi anche agli altri servizi del Sistema Emergenza e Urgenza, diventando di fatto dei recettori di una delicata domanda senza mai riuscire a dare un senso compiuto al proprio lavoro, perdendo motivazione e andando incontro a stress e disagio lavorativo e perdendo ogni rapporto con il territorio, con i suoi servizi e professionisti. Nel modello attuale chi ci rimette è però anche il cittadino: nel 90% degli interventi del 112 le persone vengono portate con le ambulanze al Pronto Soccorso, anche nei casi in cui si potrebbero attivare i servizi domiciliari. È per questo motivo che chi lavora alla centrale operativa deve avere un rapporto più stretto con il territorio, saper valutare la gravità e conoscere bene i servizi da attivare, per operare un filtro all’accesso al Pronto Soccorso e coinvolgere altri nodi della rete per garantire la risposta a domicilio nel contesto di vita e non sovraccaricare l’ospedale.

Alle decisioni calate dall’alto dell’attuale Giunta contrapponiamo un approccio basato su ascolto e coinvolgimento. Ormai un anno fa avevamo presentato una mozione in Comune per chiedere alla Regione di istituire una centrale dell’emergenza aziendale per l’area giuliana: la maggioranza non ha voluto discuterla con urgenza, ma speriamo che dal 4 aprile non serva più farlo: una vittoria di Moretuzzo alle prossime elezioni garantirebbe infatti il cambio di rotta necessario per un servizio sanitario pubblico, territoriale e di qualità.