Assistiamo da tempo ad annunci trionfalistici in merito all’aumento degli attracchi di crociere nella nostra città, ma l’Amministrazione non ha mai messo in piedi un sistema di valutazione del loro impatto sull’inquinamento atmosferico. Ci pensa la IV Circoscrizione, approvando una mozione presentata dal consigliere di Adesso Trieste Tommaso Vaccarezza che chiede di installare una centralina di rilevamento degli inquinanti nell’aria proprio nella zona interessata dagli attracchi. Un punto di partenza per un ragionamento critico sul futuro turistico della città.

“In termini di impronta ecologica, avere una nave attraccata sulle Rive equivale ad avere 12.000 auto in più che circolano per le strade del centro cittadino”, sottolinea Vaccarezza. “Il Sindaco, in veste di autorità sanitaria locale ha il dovere di esercitare poteri-doveri di controllo, anche preventivo, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica e di farsi parte attiva nei confronti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA FVG).  Per questo chiediamo che vengano intensificati i controlli sulla qualità dell’aria in prossimità degli scali delle navi da crociera, anche nel rispetto della cosiddetta Direttiva Seveso, in base alla quale il responsabile dell’amministrazione comunale  deve informare la popolazione dei rischi a cui è sottoposta e se del caso prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili ed esistono pericoli incombenti per i cittadini e le cittadine . L’installazione, anche temporanea, di una centralina di rilevamento, potrà darci la misura dell’impatto che l’attracco delle navi da crociera ha sulla qualità dell’aria nel centro di Trieste”.

Ogni anno nei porti europei situati spesso nel cuore delle città, traghetti, Ro-Ro, navi da crociera e merci effettuano oltre 2 milioni di approdi. I fumi che escono dai loro camini durante le manovre e i lunghi stazionamenti determinano l’aumento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici dannosi per la salute umana e cancerogeni (lo zolfo soprattutto). Ciononostante, le norme impongono un numero esiguo di controlli sul contenuto di zolfo dei carburanti. Nel 2021, ad esempio, a fronte di oltre 500.000 scali all’anno di navi nei porti italiani, i controlli sono stati appena 180.

A Trieste nel 2022, per quanto riguarda in particolare gli scali delle navi da crociera, sono state registrate 783 toccate nave (+158% sul 2021) nel 2022, con circa 425mila passeggeri movimentati (+276% sul 2021), portando la città a essere il secondo scalo crocieristico dell’intera area adriatica. Il carburante utilizzato dalla maggior parte delle navi da crociera, l’olio combustibile pesante, ha un potere inquinante 100 volte superiore al normale gasolio e i fumi dei camini, contenenti ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particolato (PM10 e PM2.5) risultano altamente tossici. La situazione è aggravata dal fatto che le navi bianche attraccano nel centro cittadino a ridosso di un’area con alta densità abitativa.

Uno studio congiunto condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Sistema Sanitario Regionale, l’ARPA del Lazio e la ASL Roma  1, ha individuato una correlazione tra l’incidenza dei tumori e il traffico navale e, in particolare, ha rilevato nella popolazione residente a 500 metri dal porto un maggiore rischio di mortalità per tumore al polmone (+37%) e malattie neurologiche (+51%) rispetto a quella residente in altre zone.

Queste ragioni hanno spinto Adesso Trieste ad aderire all’appello lanciato dalla rete europea “Cittadini per l’aria”  con il quale si chiede all’EMSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima, di rendere accessibili i dati dei controlli effettuati in Europa sul tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo e, in particolare, che vengano pubblicati i dati non più solo in forma aggregata, come oggi accade, bensì caso per caso, come in gran parte già avviene per altri tipi di ispezioni navali.