Colorato, dinamico, affollato: a San Giacomo non ci si annoia mai. Molte persone apprezzano le qualità del rione più popoloso e popolare della città. E infatti sono tante le associazioni di varia natura che si muovono attorno al Campo, in un fermento di iniziative e proposte.

Ieri ci siamo uniti a queste associazioni nella manifestazione promossa dal Comitato San Giacomo per difendere l’ex Pavan. Un luogo strappato al denso tessuto urbano, che potrebbe diventare un prezioso spazio di aggregazione per tutte le età, contribuendo a costruire una comunità coesa, smorzando alcune tensioni che recentemente ci sono state nel rione. 

Un territorio manifesta delle esigenze. L’amministrazione avvia un processo di ascolto e analisi. Sulla base dei bisogni individuati sviluppa un progetto, e lo condivide con le realtà del territorio. Trova poi un finanziamento adatto e lo realizza. Fa poi un piano di gestione insieme a loro. 

Questa dovrebbe essere la dinamica degli interventi di rigenerazione urbana. Niente di più lontano da quanto continua a fare la nostra amministrazione. Trova un bando, fa domanda, lo vince, prepara un progetto nel silenzio delle stanze di piazza Unità, poi – a cose fatte – annuncia al rione che verrà fatto un determinato intervento. E si sorprende, con fare stizzito, se ci sono delle proteste. 

È quanto avvenuto negli scorsi mesi per il progetto dell’ex Pavan. Le Associazioni hanno appreso a mezzo stampa che ci sarebbe stato un investimento di 2,5 milioni di euro per trasformarlo in una palestra per lo sport agonistico, da affidare alla Ginnastica 81 in base a degli accordi presi dal Sindaco con quell’associazione. Nel frattempo, la Circoscrizione chiede da mesi un confronto con gli Assessori, confronto che è avvenuto appena all’inizio di questo mese e durante il quale l’Assessora Lodi ha sostanzialmente detto: “Beh, ma ormai il progetto è pronto e i soldi sono stati ottenuti, quindi si fa”. Ricorda qualcosa? Già, ricorda sicuramente l’ovovia, ma anche altri numerosi progetti che questa Giunta ha calato sulla testa dei cittadini, senza consentire nessuno spazio di confronto, e indisponendosi di fronte alle proteste. 

Siamo contrari alle palestre o allo sport? Assolutamente no. Ma uno spazio pubblico, rigenerato con soldi pubblici, dovrebbe rimanere al servizio della cittadinanza e dei bisogni che la cittadinanza manifesta. Le associazioni su questo sono molto chiare: San Giacomo ha bisogno di uno spazio dove i giovani possano giocare e incontrarsi liberamente, senza dover pagare un’iscrizione a una società; dove le associazioni possano svolgere delle attività; dove gli anziani d’inverno possano giocare a carte senza dover andare per forza in un bar. Uno spazio per tutte le età, liberamente e gratuitamente fruibile. Dove le generazioni possano incontrarsi e costruire una comunità coesa. 

La risposta dell’Assessora su questo punto ha fatto di nuovo cadere le braccia: “Stiamo costruendo la casa delle associazioni. A San Giovanni”. Benissimo, ovviamente. Ma è dall’altra parte della città. Alla faccia della città dei 15 minuti, dove gli abitanti possano trovare tutti i servizi di cui hanno bisogno in un raggio di qualche centinaio di metri dalla propria abitazione. 

La manifestazione di ieri era solo il primo passo. Ora collaboreremo con le associazioni per la stesura di un progetto alternativo. Cosa potrebbe diventare l’ex Pavan per San Giacomo? Lo spazio è nostro, decidiamolo insieme!