Ogni tanto l’amministrazione comunale di Trieste tira fuori i valori famigliari. Si riferisce ovviamente al valore delle quote azionarie e ai conti in banca di famiglie facoltose.
Non è certo la famiglia con un reddito medio basso, oppure quella in cui i genitori hanno retribuzioni di 5 o 6 euro all’ora – come quelle erogate ai dipendenti di certe cooperative che si aggiudicano appalti comunali – che hanno in mente il sindaco Dipiazza e la sua Giunta ora che intendono privatizzare anche i servizi educativi per la prima infanzia.
Il nuovo asilo nido di Roiano, il blocco di cemento arancione attiguo a un parcheggio, dovrebbe infatti essere affidato per metà a società private, con personale completamente esternalizzato.
Quindi, su 60 posti disponibili complessivi, 30 saranno accessibili solo pagando rette molto più alte. Sarà a tutti gli effetti un asilo nido privato. Proprio un bel servizio alle famiglie triestine.
Eppure, in graduatoria per l’assunzione nei nidi comunali, ci sono ancora decine di candidate che hanno regolarmente partecipato a concorsi e sono in attesa di essere convocate.
L’ingiustizia diventa ancora più accentuata quando si pensa al divario retributivo che si scaverebbe tra dipendenti comunali e personale alle dipendenze di soggetti privati.
Perché, come al solito, la questione viene posta in termini di soldi: il Comune dice di non averne a sufficienza per gestire adeguatamente la struttura, e per questo si renderebbe necessario ricorrere a concessioni esterne.
Insomma, aver cura dei bambini ha un costo troppo elevato, le tasse che tutti noi paghiamo non bastano a coprire le spese, i dipendenti costano. Costano come, e forse anche meno, degli agenti di polizia locale, ma su quelli non si intende lesinare: ne saranno assunti altri 20.
In questi giorni l’ipotesi della Giunta Dipiazza di cedere ai privati l’asilo di Roiano, che costituirebbe un grave precedente anche in vista del completamento della struttura di San Giovanni, è stata pesantemente criticata da genitori e lavoratori. Riteniamo sia urgente discuterne in maniera complessiva in Consiglio Comunale: scelte del genere, legate al futuro dei più piccoli e delle loro famiglie, richiedono la massima trasparenza e condivisione, che finora non c’è stata.
Il presidente Panteca ha affermato che non intende convocare il Consiglio fino alla fine della campagna elettorale per le elezioni europee: riteniamo che sia un approccio sbagliato, che nasconde la volontà di rinviare questioni urgenti sulle quali, forse, c’è più di qualche imbarazzo in maggioranza.
Intanto, i Consigli Circoscrizionali si stanno esprimendo su questa proposta di delibera che darebbe un colpo fatale al sistema di cura dell’infanzia a Trieste e aprirebbe una strada senza ritorno. Obbedienti agli ordini, i consiglieri di destra sembrano ben compatti: voteranno per dare in mano a imprese private i servizi educativi per le bambine e i bambini di Trieste.
Questo provvedimento, così come tanti altri, colpirà tutte le famiglie con un reddito normale, indipendentemente dalle loro posizioni politiche: che abbiano votato sinistra o destra, le famiglie saranno le vere sconfitte. E poi saremo costretti ad ascoltare altri patetici inviti a fare più figli.

«La Giunta Comunale intende privatizzare metà dei posti dell’asilo infantile di Roiano, costruito con fondi pubblici – dichiara Giorgia Kakovic, Consigliera Comunale di Adesso Trieste -. Si specula così su una domanda diventata sempre più pressante proprio a causa del Comune, che non è in grado di gestire l’organizzazione di questo servizio indispensabile». 

«La traballante scusa secondo cui non si troverebbe personale – aggiunge Kakovic – è smentita dalla presenza di graduatorie ancora pendenti in cui sono elencate decine di candidate,  fermo restando che trovare personale non è mai difficile se si paga il giusto. Dopo la bocciatura da parte della maggioranza di una nostra mozione sul rafforzamento del sistema educativo 0-6, questo tentativo di privatizzazione mostra ancora una volta il vero volto di una destra che da una parte parla a vuoto di natalità e famiglia, dall’altra sottrae alla disponibilità dei più deboli servizi che sono fondamentali per lo sviluppo delle generazioni future».

«Presentata come la soluzione a tutti i mali del rione, la riconversione dell’ex Polstrada si sta rivelando sempre più un flop, tra un parcheggio con nessuna certezza sui prezzi, spazi verdi risicati e non ancora realizzati, e un asilo pubblico che sarà tale solo nei costi di costruzione, ma non nella gestione. A questo si aggiunge la penalizzazione subita dall’intera Circoscrizione con il ridimensionamento degli Istituti Scolastici che porterà alla creazione di una struttura spropositata, di 1.400 alunni, tra Via Commerciale, Roiano e Gretta. La città è stufa di subire le scelte scellerate di una Giunta che smantella diritti e servizi pubblici», conclude Liliana Marchi, Capogruppo di Adesso Trieste in III Circoscrizione