Si è svolta nella mattinata di oggi, nei pressi del nuovo Centro Congressi e dell’ex Stazione Idrodinamica, la conferenza stampa di Adesso Trieste in merito all’Accordo di Programma per la riqualificazione del Porto Vecchio.

«Partiamo – ha detto Riccardo Laterza, Portavoce di Adesso Trieste – da un dato di fatto: la città oggi ha 12.000 alloggi e 1.800 negozi vuoti. La curva demografica in discesa e l’emigrazione di degli ultimi anni, in particolare dei giovani, sono la conseguenza dell’assenza di un’economia dinamica e inclusiva. In questo panorama solo l’attività portuale e logistica e il sistema della ricerca fanno eccezione, ma non possono certo da sole sostenere il rilancio economico necessario per tornare ad essere una città attrattiva e vivibile. Per questa ragione riteniamo che Porto Vecchio debba essere considerato come una piattaforma produttiva per nuovi insediamenti industriali e artigianali leggeri, ad alta tecnologia, in connessione con il mondo della formazione, della cultura e della ricerca presente in città. Le scelta del Comune di trasformare Porto Vecchio nel quarto borgo storico, con una destinazione residenziale prevalente e fino a un massimo del 70% di volumi destinati a residenza, e della Regione di trasferire tutti i propri uffici nei magazzini 2 e 4, vanno esattamente nella direzione opposta».

 

«Come Consigliere Circoscrizionale di Roiano, Gretta, Barcola e Cologna, Scorcola sono fortemente preoccupato – aggiunge Dean Zuccolo, che è anche membro della Presidenza di Adesso Trieste – perché un insediamento residenziale di questo tipo porterà inevitabilmente degli squilibri nel mercato immobiliare e nel tessuto commerciale della città, e le prime aree a risentirne direttamente saranno quelle più prossime all’antico scalo. Tutto ciò senza creare né nuova economia né occupazione. La variante del Comune contiene inoltre una visione della mobilità che mette al centro l’auto, con cinque mega aree di parcheggio e una turborotonda in Piazza Duca degli Abruzzi. Sono convinto che le Circoscrizioni e in generale tutta la cittadinanza e i portatori d’interesse andassero coinvolti nella costruzione di scelte che influenzeranno, nel bene e nel male, il futuro di Trieste e le scelte di vita delle prossime generazioni, cosa che non è avvenuta. Nel momento in cui la Circoscrizione sarà chiamata ad esprimere il proprio parere, obbligatorio anche se non vincolante, in merito all’Accordo di Programma, il mio voto sarp.à contrario e invito le mie colleghe e i  colleghi a prendere la stessa decisione, per dare al recupero del Porto Vecchio una prospettiva coerente con i bisogni della città».

«Porto Vecchio ha le potenzialità per diventare un’area di riferimento a livello internazionaleconclude Leo Brattoli dell’Assemblea Tematica Economia – poiché è connessa dal punto di vista logistico via mare e via ferrovia, baricentrica rispetto al sistema della formazione e della ricerca triestino, con edifici di grande pregio ma allo stesso tempo altamente flessibili nell’ospitare diversi usi. Uno spazio in cui è necessario insediare un parco eco-produttivo, anche grazie alla spinta di investimenti pubblici come quelli di Next Generation EU. Un parco eco-produttivo è un’area che può ospitare attività industriali e artigianali ad alto contenuto tecnologico, integrate non solo tra loro, ma anche con la città,  dal punto di vista dell’uso delle risorse, della logistica, della formazione e della ricerca. Uno spazio aperto a nuove idee e imprese, capace di produrre ricchezza e di distribuirne i benefici a tutte le triestine e tutti i triestini, puntando su settori ad alto contenuto tecnologico e basso impatto ambientale: digitale, green economy, tecnologie per la salute, blue economy. Molte città europee stanno andando in questa direzione, preparandosi ad accogliere quelle produzioni che dopo decenni di delocalizzazione, complice anche la pandemia, scelgono di fare ritorno nel Vecchio Continente. Trieste può e deve trovarsi pronta a queste opportunità».