Proponiamo un Patto della Città Educante, una città che si fa carico dello sviluppo armonico e integrale di tutti i suoi cittadini, con particolare attenzione a quelli più giovani, attraverso l’azione integrata di tutti i soggetti che a diverso titolo lavorano in campo educativo. A  Trieste vivono 19.000 ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e 25 anni. Dietro la superficie di bravate talvolta riportate dalle cronache, c’è spesso un sommerso preoccupante di disagio emotivo, psichico e sociale difficile da indagare con gli strumenti che ora le istituzioni hanno a disposizione. Occorre definire priorità di investimento, risorse, vincoli, sistemi di governance e supporto al sistema educativo. Ne ha parlato il candidato Sindaco di Adesso Trieste Riccardo Laterza nella conferenza stampa in cui, insieme a Kevin Nicolini e Theo Verdiani, operatori professionali del sociale e candidati al Consiglio Comunale, ha presentato le proposte di AT su politiche sociali e giovanili.

      Educativa di strada

Lo dicono i numeri: oltre 500 ragazze e ragazzi sono presi in carico dai servizi ASUGI a loro dedicati per problematiche correlate all’uso e abuso di sostanze stupefacenti e al disagio/sofferenza e disturbo mentale. A questi si aggiungono tutti coloro presi in carico per problemi derivanti dall’abuso di alcol dagli altri centri di salute mentale dislocati nei distretti.

Si tratta di dati sottostimati, perché i ragazzi e le ragazze che si rivolgono ai servizi sono solo una minima parte di coloro che ne avrebbero effettivamente bisogno. Per queste ragioni le istituzioni devono tornare in strada, luogo di aggregazione informale specie per i giovani. Su questi temi, uno dei principali punti del nostro programma prevede di inserire  nuovamente i progetti di educativa di strada dopo la loro dismissione dieci anni fa. Istituiremo équipe educative che lavorino direttamente in zone strategiche della città a stretto contatto con microaree e ricreatori, allo scopo di intercettare i ragazzi e intervenire in tempo evitando derive sociali o psichiche. Le istituzioni devono tornare a muoversi concretamente nella progettualità e non più nell’emergenza.

Il Patto della città educante prevede che tutta la comunità si prenda cura del soggetto dall’infanzia fino alla realizzazione del proprio progetto di vita secondo le sue disposizioni naturali. Verranno messi a sistema tavoli di coordinamento allargati a tutti gli attori coinvolti nello sviluppo della comunità, con l’idea di dare vita a una città pensata in funzione dei più giovani e dei più piccoli, lavorando in sinergia con le famiglie. Creeremo così valore per la comunità, nella convinzione che l’insieme è più della somma delle parti.

  • Microarea

Il progetto Habitat-MicroArea viene promosso in modo integrato e sinergico dal Comune, l’Azienda Sanitaria e l’ATER, in collaborazione con il Terzo settore e i cittadini.

Habitat-Microarea attraverso un lavoro di conoscenza approfondita della popolazione e dei rioni propone di rilanciare lo sviluppo di comunità nell’ottica dell’inclusione sociale. Si caratterizza per il suo approccio proattivo e per i percorsi di partecipazione costruiti con la popolazione, in particolare con le categorie più fragili. La prossimità territoriale coniugata all’ascolto attivo consente di raccogliere e analizzare i bisogni emergenti agevolando una attivazione puntuale dei servizi e di percorsi comuni finalizzati alla promozione della salute e del benessere. L’OMS definisce la salute non solo come assenza di malattia, ma come completo stato di benessere bio-psicosociale: si deve quindi agire sul piano sociale, sulla prevenzione e sulla cura e tutela dei luoghi per poter migliorare la qualità di vita delle persone. Solamente attraverso la prossimità territoriale le istituzioni sono in grado di rilevare e raccogliere davvero i bisogni dei cittadini. Così facendo riesce a proporre, in modo condiviso e coordinato con la cittadinanza, attività, percorsi e supporto non calati dall’alto, ma realizzati in comune dal basso. Attraverso la restituzione di protagonismo ai cittadini e di costruzione di comunità, la Microarea avvia un processo virtuoso di crescita di ricchezza del territorio e di maggiore qualità di vita per tutti i suoi abitanti.

  • Ricreatori

Anche i ricreatori, secondo AT, vanno messi al centro delle nuove politiche educative, in complementarità con l’educativa di strada, manterranno il loro ruolo di spazio privilegiato per le bambine e i bambini, promuovendone l’autonomia e valorizzandone i talenti, intercettando il disagio e sostenendo la genitorialità. Sarà ridefinito il servizio di sostegno scolastico ribattezzandolo “RicreStudio”, anche concordando nuove convenzioni con le scuole. Verranno nominati nuovi coordinatori al fine di averne almeno uno ogni due ricreatori, garantendo un miglior presidio pedagogico educativo ed un più puntuale lavoro di rete. Per Adesso Trieste è necessario inoltre favorire la stabilizzazione dei precari storici nelle strutture educative comunali, valorizzandone le competenze a vantaggio della  continuità educativa.

  •  Sostegno alla genitorialità e nidi

Al momento nel Comune di Trieste non è prevista una specializzazione dei servizi dedicati ai minori e alle famiglie con percorsi/progetti di sostegno alla genitorialità. AT intende aumentare le risorse disponibili per l’abbattimento rette per la frequenza degli asili nido. Le sezioni nido vanno rimodulate sulla base della densità abitativa, prevedendo l’apertura di almeno 2 nuove sezioni nei rioni periferici entro il primo mandato, avviando allo stesso tempo nuovi accordi con enti terzi e privati per garantire più posti in convenzione. Saranno incentivati i partenariati ei progetti nell’avvio di servizi educativi alternativi al nido (asili nido in condominio, asili nel bosco, spazi gioco,…). Inoltre, AT pensa che vadano sostenute le imprese che si impegneranno a garantire spazi e tempi per il co-working per i propri dipendenti. Infine, la proposta di introdurre immediatamente misure di conciliazione casa-lavoro per i dipendenti comunali.