Nel corso di questa settimana le sette Circoscrizioni cittadine si sono espresse sulla proposta di delibera dell’Assessore Bertoli in merito alla proroga della soppressione del servizio di pubbliche affissioni. Quattro Circoscrizioni – I, II, III e IV – hanno espresso parere contrario, poiché la proroga richiesta dalla Giunta è giustificata con l’intenzione di esternalizzare a privati la gestione degli impianti pubblicitari che si renderanno disponibili a seguito della soppressione del servizio delle pubbliche affissioni, senza aver motivato adeguatamente le ragioni di tale scelta strategica. 

La delibera proposta dalla Giunta Dipiazza liquida in mezza riga (“Per la società Esatto SpA non è possibile gestire la vendita di spazi pubblicitari”) una questione che meriterebbe ben altro approfondimento. L’Amministrazione non ha voluto comunicare alle Circoscrizioni le diverse ipotesi prese al vaglio per la gestione del servizio, né tantomeno le motivazioni puntuali sulla base delle quali si vuole affidarlo a terzi. Sospettiamo che si tratti dell’ennesima preferenza a priori nei confronti del privato, che secondo il centro-destra è sempre meglio del pubblico, nonostante i risultati degli ultimi anni di privatizzazioni in termini di qualità e costi dei servizi dimostrino il contrario.

Esprimiamo soddisfazione rispetto al fatto che anche grazie al nostro contributo le forze progressiste si siano espresse in maniera chiara e compatta contro questa scelta che rischia di impoverire il patrimonio di competenze e capacità del pubblico, nonché di ridurre l’utilità sociale del servizio stesso.

Ci chiediamo se, a fronte del consistente investimento di 5 mln per la nuova sede di Esatto in Campo Marzio, sia stata presa in esame la possibilità di mantenere e ampliare l’offerta dei servizi relativi a pubblicità e comunicazione istituzionale mantenendo in house i medesimi.

Ci aspettiamo ora che in Consiglio Comunale la questione possa essere adeguatamente approfondita. Anche per queste ragioni  nei giorni scorsi abbiamo depositato una mozione per impegnare il Comune a esprimersi contrariamente alle previsioni dell’art. 6 del ddl Concorrenza attualmente in discussione in Parlamento. Il tentativo del Governo è quello di comprimere le possibilità di scelta delle amministrazioni locali sulle modalità di gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica, spingendo ulteriormente l’acceleratore sulle privatizzazioni.