Fin dal primo momento, l’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” a carico di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir di Linea d’Ombra odv, era apparsa inverosimile. Ci sarebbe stata la tentazione di non prenderla sul serio, se la vicenda non si fosse poi protratta per mesi, con tutto il suo carico di preoccupazione, stress, angoscia che chiunque venga trascinato nelle tortuose vie del sistema giudiziario italiano conosce bene. Ma infine, quel che già per tutti coloro che conoscono l’attività dell’associazione umanitaria era ovvio è stato anche ratificato dai magistrati: Lorena Fornasir, suo marito Gian Andrea Franchi e i volontari di Linea d’Ombra non hanno commesso alcun reato. Da qui, l’archiviazione del caso.
Tuttavia, l’essere completamente innocenti non li esonera da altre pesanti “responsabilità”.
Con il loro lavoro quotidiano in piazza Libertà, quando offrono cibo e primo soccorso ai profughi della rotta balcanica, ci mostrano con spietatezza tutta l’indifferenza, l’ipocrisia e l’inadeguatezza delle istituzioni che scelgono di non compiere il loro dovere, cioè avere cura del territorio che amministrano, delle persone che ci abitano, incluse quelle di passaggio.
Ci sbattono in faccia il fallimento di atti compiuti sotto la spinta ideologica senza valutarne gli effetti pratici, come la chiusura dell’Help Center in Stazione Centrale, un punto di riferimento che serviva a orientare le persone in arrivo e fornire le prime indicazioni per informarle sui loro diritti.
Hanno reso evidente come, talvolta, chi avrebbe il compito di mantenere l’ordine lavora in senso opposto, perché aver concesso l’autorizzazione a una manifestazione neofascista proprio in piazza Libertà – che è un’infermeria a cielo aperto, un refettorio, uno spazio di cura, ascolto e condivisione, e quindi un luogo ormai simbolico – è stato, più che un errore, un messaggio minaccioso.
Hanno dimostrato una volta di più che mettersi a cambiare le cose può avere un costo altissimo, e che, se nonostante tutto si vuole continuare a cambiarle, si è costretti ad affrontare menzogne e intimidazioni.
Vale comunque sempre la pena ricordare che associazioni come Linea d’Ombra odv esistono solo perché le istituzioni che sarebbero preposte a funzioni di supporto sociale e sanitario decidono di non prendersi in carico le sofferenze di persone in fuga. Decidono, in sostanza, di girare la testa dall’altra parte.