I recenti rincari sulle bollette che la cittadinanza sta vivendo in questo periodo rappresentano per molte famiglie e per molti lavoratori un dramma economico con gravi conseguenze sul loro benessere. Per Adesso Trieste la soluzione esiste: si chiama comunità energetica e un’Amministrazione locale può fare molto per promuoverla. Ridurre la dipendenza dalla rete elettrica e consumare energia prodotta a “km 0” consentirebbe alle famiglie di abbassare drasticamente i costi delle bollette e mantenerli sempre bassi al riparo dagli aumenti. 

Le legittime preoccupazioni di cittadini e imprenditori per il caro bollette vanno ascoltate e l’Amministrazione Comunale potrebbe e dovrebbe promuovere risposte non solo nel brevissimo periodo con sostegni economici a pioggia e temporanei ma anche e soprattutto nel lungo periodo, stimolando e agevolando la nascita di comunità energetiche diffuse sul territorio come strumento di democratizzazione dell’energia e di lotta alla povertà energetica, creando ricchezza per i cittadini e proteggendo l’ambiente. Le comunità energetiche sono aggregazioni di persone, solitamente residenti nello stesso edificio o nella stessa area, che producono energia da fonti pulite (ad esempio l’energia solare) al fine di rendersi parzialmente o totalmente indipendenti dal punto di vista energetico. Alla produzione pulita di energia corrisponde ovviamente una riduzione nei consumi, tramite la riqualificazione energetica degli edifici su base rionale. Questo significa anche mettersi al riparo da improvvisi rincari delle bollette come quelli avvenuti in questi giorni».

L’osservazione di Antonio Ferronato di ADOC, riportata su Il Piccolo di oggi è corretta: è arrivato il tempo che il pubblico torni ad avere un ruolo attivo e da protagonista nel tema dell’energia, in forme però diverse dal passato. Il Comune deve avere un ruolo attivo nella promozione di questo cambiamento, diventando esso stesso produttore di energia pulita, mappando gli edifici pubblici adatti a ospitare piccoli impianti di pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. Oggi un’Amministrazione Comunale ha infatti tutti gli strumenti necessari, dal punto di vista normativo e finanziario, per accompagnare la creazione di comunità energetiche a partire dai rioni più marginali della città, promuovendo la giustizia sociale e ambientale e, allo stesso tempo, favorendo socialità, connessioni, inclusione e partecipazione. Si tratta di una grande sfida che va colta il prima possibile.

Gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030 vedono una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra e Trieste ha già sottoscritto il “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia” che adotta questi ambiziosi obiettivi. Per raggiungerli sarà indispensabile ripensare interamente il modo in cui consumiamo e produciamo energia. Adesso Trieste si muoverà sia a livello istituzionale che a livello associativo per veder finalmente nascere delle comunità energetiche anche nella nostra città, come sta già avvenendo su tutto il territorio italiano.