Voi magari pensate che non vi riguardi perché non riuscite a capire esattamente di cosa si tratti, ma quando qualcuno cita l’Atto Aziendale Asugi, è proprio di voi e della vostra famiglia che si sta parlando e decidendo il destino.

Non sentitevi inadeguati se la questione non vi è chiara: non lo è per nessuno, neanche per persone esperte che lavorano da anni nella sanità pubblica.

Perciò, ecco il primo fondamentale elemento: l’Atto Aziendale Asugi è un piano di riorganizzazione della sanità pubblica nelle ex Province di Trieste e Gorizia che potrebbe causare un sensibile peggioramento del servizio, in particolare a Trieste, anche se chi lo propone – la direzione generale Asugi sotto le direttive politiche della Giunta regionale – giura che sarà una meraviglia, benché poi, invitato dai cittadini della V Circoscrizione a illustrare tale prodigio, il direttore generale di Asugi dott. Antonio Poggiana ha dato buca.

Una grande riforma organizzativa, dunque, di cui è noto solo il quadro generale: due distretti sanitari al posto di quattro. Non sono specificate linee operative, strutture di coordinamento e raccordo, protocolli di comunicazione tra i diversi uffici.

Perché l’attuale modello, i quattro distretti sanitari che al loro interno contengono varie specialità e discipline, non va più bene?

In realtà il sistema funziona, e chi ha avuto bisogno di cure in altre parti d’Italia generalmente apprezza la sanità triestina e ne riconosce la specificità.

La sanità triestina, il suo stile di approccio organico alla salute della persona, deriva dall’esperienza della salute mentale maturata a Trieste da Franco Basaglia negli anni Settanta. Il modello triestino ha continuato a essere all’avanguardia e a richiamare operatori da tutto il mondo che vengono qui a studiarlo.

L’idea di considerare l’individuo non un semplice paziente da rispedire a casa dopo avergli “riparato” dei pezzi, bensì una persona in tutta la sua complessità di relazioni, contesto famigliare, ambiente abitativo, bisogni pratici e psicologici, è rimasto uno dei pilastri che sostiene un metodo efficiente e umano.

Ovviamente, anche in un’isola felice ci sono zone buie, vengono commessi errori e si potrebbe fare meglio.

Se però questo Atto Aziendale Asugi vorrebbe essere un correttivo a certe imperfezioni e carenze, ci si chiede allora come mai negli anni scorsi non sono stati presi provvedimenti mirati. Se una macchina ha ancora il motore in ordine, non la mandi dallo sfasciacarrozze solo perché bisogna farle i freni e c’è da sistemare qualche graffio sulla carrozzeria.

Sembra invece che l’idea che anima l’Atto Aziendale sia di smantellare un sistema che funziona e sostituirlo con non si sa bene che cosa, ma l’importante è farlo, forse perché il retaggio democratico e squisitamente pubblico dei Distretti è incompatibile con un approccio specialistico e privato in cui la componente territoriale e umana non ha valore.

A rimetterci più di tutti sarebbero le persone fragili, anziane, vulnerabili, ma anche quelle fasce giovanili senza punti di riferimento che sono state protagoniste di recenti fatti di cronaca, alcuni dei quali tragici.

Anche se abbiamo il privilegio e la fortuna sfacciata di non appartenere a queste categorie, dobbiamo essere consapevoli che le conseguenze dei mancati interventi per contenere i fenomeni di abbandono, isolamento e, spesso, disperazione che lentamente bruciano sotto l’apparenza della normalità, e poi improvvisamente esplodono, ci cadono addosso comunque, prima o poi.

Questo è uno dei motivi per cui l’Atto Aziendale Asugi riguarda tutti noi. Metterlo in discussione ed esigere che venga ridiscusso con gli operatori che lavorano sul territorio, che vengano fornite risposte alle loro domande e obiezioni è un diritto a cui non intendiamo rinunciare.

Ne parliamo oggi al Knulp alle 19 con Michela Novel e Kevin Nicolini, di Adesso Trieste, Maria Grazia Cogliati Dezza, già direttrice di distretto e coordinatrice socio-sanitaria, e Adriano Sincovich, segretario SPI e promotore della raccolta firme per sindacati confederati SPI CGIL – FNP CISL – UILP.