Aumento dei canoni, riduzione del numero di immobili sul mercato, lunghe liste d’attesa per le case popolari e idonei non beneficiari di alloggio studentesco, gravi condizioni di degrado nei complessi ATER. Trieste rientra a pieno titolo tra le città definite ad alta tensione abitativa, situazione che intendiamo affrontare in maniera complessiva, a livello comunale e regionale.

Il Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale Riccardo Laterza ha preparato un’interrogazione e una mozione sul tema. L’interrogazione rivolta all’Assessora competente Lodi verte sulla disponibilità e sullo stato manutentivo e gestionale degli alloggi di proprietà comunale. Un punto di partenza fondamentale per la costruzione di proposte concrete che possano dare una risposta veloce ai bisogni abitativi nel nostro Comune. La mozione impegna il Comune a sostenere a livello nazionale la proposta di legge formulata da Alta Tensione Abitativa che consentirebbe ai Comuni di regolamentare il fenomeno degli affitti brevi (quali ad esempio AirBnB) nelle aree maggiormente interessate da questo fenomeno, riportandolo alla dimensione originaria di sharing economy e liberando spazio per gli affitti stabili per chi lavora o studia nella nostra città. Il Comune ha il compito di far sì che la città sia abitabile da chi vuole restare o trasferirsi a Trieste. Serve porre limiti alla speculazione e rigenerare il patrimonio pubblico esistente, mettendolo a disposizione di chi è stato, nei fatti, espulso da un mercato impazzito.   

I dati parlano infatti chiaro: solo nell’ultimo anno, in Regione si è registrato un incremento del costo degli affitti del 7% a fronte di una riduzione di disponibilità di immobili in locazione del 13%; sempre quest’anno, per la prima volta, all’Università di Trieste 70 studenti idonei sono rimasti fuori dall’assegnazione di posti nella Casa dello Studente.

Un tema che ha anche una dimensione regionale, vista la lista di attesa che vede ben 2.800 famiglie in attesa dell’assegnazione di case ATER nel solo Comune di Trieste. Allo stesso tempo, vi sono molti alloggi vuoti non abitabili, e i sindacati degli inquilini denunciano gravi condizioni di degrado degli immobili, alcuni dei quali ospitano famiglie in situazioni di fragilità e persone con disabilità. La riqualificazione del patrimonio esistente deve essere il primo passo per una politica per il diritto all’abitare che non vada ad aggravare il consumo di suolo. Per questo faremo un’interrogazione a livello regionale sul patrimonio esistente.