Ogni puntino nella mappa qui sotto rappresenta un incidente stradale in cui una o più persone sono rimaste ferite. Maggiore l’intensità del colore, maggiore il numero dei feriti. La rappresentazione grafica si basa su dati forniti dalla Regione FVG relativi agli anni 2020-2021, e che quindi risentono della circolazione automobilistica ridotta nel periodo pandemico. In condizioni standard, i numeri aumentano, come dimostrato anche dai dati Istat dell’ultimo report uscito a luglio 2023.

Ma è anche l’esperienza quotidiana che ci indica come il traffico a Trieste sia una minaccia per l’incolumità delle persone a piedi e in bicicletta. 

Proprio martedì scorso, mentre nella sede di Adesso Trieste si stava svolgendo l’incontro pubblico in cui venivano illustrati questi dati e si proponevano semplici provvedimenti già adottati in molte città italiane ed europee, a poche decine di metri in linea d’aria un automobilista investiva sulle strisce pedonali un uomo che stava attraversando la strada e che proprio in queste ore è morto a causa dei traumi riportati nell’ impatto.

Pochi giorni prima, le quattro persone che viaggiavano a bordo  di un’automobile che si è capottata a Barcola hanno riportato ferite e contusioni, e uno di loro versa ancora in condizioni piuttosto gravi. 

In giugno, una turista austriaca in bicicletta aveva perso il controllo del mezzo proprio perché il percorso ciclabile su viale Miramare è pericoloso, discontinuo e scomodo. La donna ha riportato un grave trauma spinale.  

Numeri, dunque, ma dietro ai numeri ci sono persone, figlie, compagni di vita, genitori, traumi e se vogliamo essere venali anche enormi spese sanitarie: prevenire è meglio che curare. Ha senso aumentare la probabilità che le cittadine e i cittadini, e anche i tanto coccolati turisti vivano tragicamente la pericolosità delle nostre strade solo perché non si trova la determinazione ad abbandonare la vecchia concezione del centro urbano dominato dalle automobili?

Nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, Adesso Trieste ha promosso diverse iniziative in cui sono state messe sul tavolo proposte concrete e facilmente realizzabili, prima fra tutte l’istituzione del limite di velocità a 30 km/h nelle strade del centro. Abbiamo presentato una mozione in Regione e in Comune, e mozioni simili sono state proposte anche da altre realtà politiche in Regione e in Italia, grazie al lavoro di rete che stiamo portando avanti da anni. Allo stesso tempo, in III Circoscrizione abbiamo proposto una zona 30 nell’area dell’ex caserma di Roiano, per iniziare subito ad andare in questa direzione. 

A chi obietta che i 30 km/h sono una limitazione eccessiva, ricordiamo che essere investiti da un auto  a quella velocità equivale a cadere dal primo piano di un edificio, e ci sono 9 possibilità su 10 di restare vivi. Se invece l’impatto avviene a 50 km/h è come precipitare dal quarto piano, con 8 probabilità su 10 di morire. A fronte di questo indubbio vantaggio, è dimostrato che la velocità media in città non subirebbe grandi variazioni: verrebbero limitate solo le accelerate e le frenate tra un semaforo o svolta e il successivo, che sono quelle che per altro inquinano di più e provocano più rumore. Insomma: una città più sicura, vivibile e sana

La riduzione di velocità non si ottiene semplicemente installando la segnaletica, ma modificando le strade e ridistribuendo in modo democratico gli spazi, come ad esempio  il restringimento della carreggiata in favore di marciapiedi più larghi, gli attraversamenti a raso, che riducono anche le barriere architettoniche per chi ha difficoltà motorie, con rotonde compatte o porte di ingresso nelle zone residenziali.

Altre osservazioni sono state avanzate in merito alle modifiche proposte al Codice della Strada che, se da un lato inasprirebbero le pene per guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità e divieto di sosta, dall’altro sarebbero un grosso passo indietro rispetto alla mobilità dolce, ad esempio introducendo l’obbligo di casco e assicurazione per i monopattini, limitando le corsie ciclabili, rendendo più difficile l’installazione di autovelox. .

Un cambio di prospettiva è necessario, la città va rivalutata come uno spazio in cui le persone che si muovono a piedi e quelle che utilizzano mezzi leggeri come le biciclette e i monopattini possano sentirsi sicure e protette. Una riduzione progressiva del traffico automobilistico renderebbe automaticamente più efficiente anche il servizio di trasporto pubblico, consentendo a chiunque di spostarsi rapidamente, comodamente e senza spreco di carburante.

A conclusione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, Adesso Trieste e il Patto per l’Autonomia organizzano una pedalata sulla ciclabile Cottur, domenica 24 settembre con partenza alle 10.30 dall’abbandonato Info Point di San Giacomo, nel corso della quale sarà illustrata la proposta presentata in Regione riguardo alla riqualifica del percorso ciclabile, dei suoi spazi verdi e delle infrastrutture dedicate. Oggi è la giornata del #biketowork: se non siete riuscite a lasciare l’auto a casa venite domenica a raccontarci il perché e come potremmo aiutarvi a farlo, se invece avete raccolto questa sfida venite a raccontarci com’è andata!

Con pochi, semplici ed economici accorgimenti, Trieste può recuperare il tempo perduto e adeguarsi a quello che sarà il futuro prossimo di tutte le aree urbane dei paesi civilizzati, spazi in cui spostarsi sarà più sicuro, più semplice, più scorrevole, più pulito, più piacevole.