“La vera emergenza di Trieste non è l’immigrazione di che fugge dalle guerre ma l’emigrazione di giovani che non trovano adeguate opportunità di occupazione. In una città la cui popolazione è scesa sotto la soglia dei 200mila abitanti e in cui  il contributo del settore industriale all’economia cittadina è meno del 10%, peraltro con diverse aziende manifatturiere in crisi, occorre avere una visione di sviluppo che inverta drasticamente la rotta e metta la buona occupazione al centro. Le politiche industriali le fanno Governo nazionale e Regione, ma il Comune ha in mano molte leve: la rigenerazione di Porto Vecchio in chiave eco-produttiva, la sinergia con l’Autorità portuale per il rilancio dell’area industriale retroportuale con produzioni ecocompatibili, il contrasto alla precarizzazione e allo sfruttamento del lavoro, a partire da una diversa regolamentazione degli appalti dei servizi pubblici. Su tutto questo Adesso Trieste ha delle proposte di cambiamento concrete e attuabili”. Queste le parole del candidato Sindaco Riccardo Laterza, alla conferenza stampa in cui con Leyla Vesnic, candidata al Consiglio Comunale, e Andrea Nicolini, responsabile dell’Assemblea Tematica Economia, ha presentato le proposte di AT su economia  e lavoro. 

 

Appalti, diritti e dignità del lavoro

Dalla stesura dei bandi all’individuazione dei criteri di ammissione alle gare, dal ricorso ai subappalti al gioco al massimo ribasso che condiziona il trattamento economico di lavoratrici e lavoratori, l’Amministrazione comunale deve modificare la sua filosofia nell’aggiudicazione degli appalti. Secondo Adesso Trieste vanno introdotti nei bandi di servizi regole e parametri stringenti ispirati a principi di garanzia per lavoratrici e lavoratori. AT redigerà un protocollo degli appalti pubblici improntato alla responsabilità sociale, al quale fare aderire le imprese interessate a fornire servizi all’Amministrazione comunale. Il protocollo definirà condizioni delle prestazioni lavorative improntate a standard dignitosi in termini di rispetto delle norme, dei contratti di lavoro e di principi di equa retribuzione. “Si tratta di fare scelte politiche senza nascondersi dietro presunti obblighi tecnici e normativi – sottolinea Laterza – . La qualità dei servizi deve andare di pari passo a quella del lavoro, della sua dignità e di una giusta retribuzione”. 

 

Occupazione buona e qualificata 

Trieste ha una densità di ricercatrici e ricercatori tra le più alte d’Europa: sono circa 5.500 quelli stabili e quasi 10.000 i ricercatori e i docenti internazionali che lavorano in città ogni anno per periodi più o meno lunghi. Questa massa critica secondo AT può produrre un effetto moltiplicatore per creare occupazione di qualità. “Vogliamo un Comune che metta l’università e gli enti di ricerca del territorio nella posizione di contribuire a far nascere sbocchi imprenditoriali e buona occupazione. Una città di respiro internazionale con una forte vocazione alla mobilità in entrata – spiega Leyla Vesnic -. Per farlo, uno dei punti forti del nostro programma prevede di realizzare il Porto Vecchio un parco eco-innovativo che combini ricerca, impresa e residenzialità, attivo, aperto, vivo, capace di creare occupazione di qualità, sfruttando i vantaggi derivanti dalla sua posizione e dalla riattivazione del punto franco internazionale”. AT pensa per il vecchio scalo a nuove attività economiche ad alto tasso tecnologico e di sostenibilità in settori quali: Green economy, Blue economy, Digitale, Salute, Agricoltura urbana, grazie a serre verticali tecnologiche, per produzioni intensive di prodotti agricoli. Questa visione risponde concretamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

Tutela delle nuove occupazioni

Le nuove tecnologie stanno favorendo la nascita di nuove occupazioni, ma alcune di queste sono scarsamente tutelate. Secondo Adesso Trieste l’amministrazione locale deve appoggiare le richieste dei lavoratori della Gig Economy, di chi è più svantaggiato all’interno della filiera dei servizi alla persona e della distribuzione (il settore del “delivery”), mettendo a disposizione tutte le risorse e iniziative necessarie per riconoscere la dignità di chi lavora anche in questo settore. “Istituiremo la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano – spiega Andrea Nicolini -. Realizzeremo progetti di valorizzazione del lavoro in ogni sua forma, con clausole sociali a salvaguardia dei diritti di chi lavora, con particolare attenzione al lavoro di assistenza e cura, al lavoro stagionale, a quello transfrontaliero. Istituiremo, inoltre, la Carta dei diritti dei lavoratori e lavoratrici del settore culturale”.

Infine, AT propone di concedere agevolazioni introducendo un bollino etico del Comune attribuito agli esercizi commerciali che promuovono lavoro di qualità per i propri dipendenti, e agevolazioni per gli esercenti che occupino il proprio personale con forme contrattuali che garantiscano stabilità occupazionale e diritti.