Il Porto di Trieste è strategico per l’economia della città e in questi anni è tornato a esserlo anche per il resto del Paese e dell’Europa. La sua rinascita è stata guidata non solo da un management che ha restituito dignità al pubblico, ma anche da un rapporto di collaborazione e condivisione tra lavoratori portuali e Autorità, che ha messo al centro del processo la dignità del lavoro. Questo rapporto si sta oggi lacerando, speriamo in maniera non irrimediabile.
La contrapposizione tra il rafforzamento della campagna di immunizzazione, della quale sosteniamo l’assoluta necessità, e il diritto al lavoro, sta generando tensioni sociali che rischiamo di pagare tutti, non solo sul piano sanitario e non solo nell’ambito del Porto.
La mobilitazione che sta investendo in queste ore il Porto ha assunto dimensioni che eccedono questioni sindacali legate al Porto stesso, e che vanno ben oltre la scala locale. Per questa ragione riteniamo vada affrontata dal Governo come una questione politica, non riducendola a un mero problema di ordine pubblico. Un’autentica disponibilità al confronto da parte di tutte le parti in causa può essere la chiave per far scongiurare le annunciate dimissioni del Presidente D’Agostino.
Siamo ancora in tempo per ricostruire quel clima di rispetto e collaborazione che ha permesso al Porto di svilupparsi riconoscendo ai lavoratori sempre più dignità, sicurezza e diritti, e benessere alla città tutta.