Nella giornata di ieri il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha proposto la costituzione di una Commissione Speciale che metta mano all’architettura del decentramento amministrativo del Comune, nell’interesse della cittadinanza. Adesso Trieste si dichiara disponibile a partecipare a questo iter , perché la riforma sia effettivamente condivisa con tutte le forze politiche e, in generale, con la cittadinanza.

Siamo nati dicendo di voler cambiare le regole del gioco, e per noi non è mai stato un semplice slogan: vogliamo cogliere ogni occasione utile per costruire istituzioni più vicine alle esigenze delle cittadine e dei cittadini, e dotare le persone di strumenti di partecipazione attivi 365 giorni l’anno. Abbiamo diverse proposte in tal senso, che l’elettorato ha premiato consegnandoci, nelle Circoscrizioni, 2.400 voti in più rispetto al Consiglio Comunale, ma pensiamo sia sufficiente partire anche da quanto già previsto dal programma amministrativo della Giunta Dipiazza, ad esempio sui bilanci partecipativi e sui patti di collaborazione.

Per noi è particolarmente importante che questo percorso sia realmente condiviso. Ci sembra naturale che, come forma di garanzia e gesto di apertura, la presidenza di questa Commissione venga attribuita ai gruppi d’opposizione, ma vogliamo andare oltre: serve un vero e proprio percorso di ascolto e coinvolgimento che, oltre al Consiglio, raccolga la voce di Circoscrizioni, Microaree, istituti scolastici, sindacati, reti imprenditoriali, associazioni, Università e fondazioni.

Riteniamo che l’architettura amministrativa della città vada ripensata nell’ottica della città dei 15 minuti in modo da avvicinare le istituzioni ai rioni. Questo avvicinamento si tradurrebbe anche nel rafforzamento della fiducia tra cittadinanza e Comune, con soluzioni istituzionali pensate per rispondere alle necessità e alle esigenze delle persone. Per questo nel nostro programma avevamo previsto 10 Case di quartiere, degli spazi comunali aperti alla cittadinanza e alle iniziative di animazione territoriale, che si integrano con le Circoscrizioni dotate di reali poteri esecutivi in diversi ambiti legati alla vita quotidiana della città, dal sociale al verde pubblico.

Avevamo previsto anche un “Regolamento sulla cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani” che permetterebbe la stipula di patti di collaborazione tra i soggetti civici e il Comune, nonché maggiore chiarezza sugli Open data e la loro disponibilità, tracciabilità e trasparenza, con l’introduzione di piattaforme di partecipazione online. Questi strumenti permetterebbero di rendere il bilancio partecipato una reale esperienza di coinvolgimento della città nella gestione della cosa pubblica, come succede in tante città italiane ed europee dalle quali abbiamo tratto ispirazione, da Bologna a Koper, da Barcellona a Helsinki.