Il 6 marzo sul giornale della nostra città, “Il Piccolo”, appariva un articolo in prima pagina dall’incipit per me alquanto stonato: “La piaga delle occupazioni abusive continua a manifestarsi”, scriveva l’articolista per riferire di alcuni episodi in Ponziana, in via Battera.

In quanto ex occupante di casa non posso che essere in disaccordo, io avrei scritto: “Le piaghe degli appartamenti pubblici vuoti e delle persone senza casa continuano a manifestarsi”.

Non sono passati troppi anni in fondo da un decennio in cui in centinaia a Trieste, anche grazie al supporto dello Sportello degli Invisibili, hanno praticato l’autoassegnazione degli appartamenti sfitti e non assegnabili dell’Ater; una forma di riappropriazione diretta di reddito, una forma di protesta contro l’abbandono del patrimonio pubblico e di denuncia del drammatico problema dei senza casa.

La lotta di quegli anni portò a svariate assoluzioni, in quanto pagando un affitto simbolico ad Ater – mai rifiutato da parte dell’ente –, le bollette delle utenze e fissando la residenza in sussistenza di stato di necessità, si davano tutte le condizioni per l’assoluzione in tribunale e si veniva in qualche modo riconosciuti come titolari di un diritto.

Nell’articolo si parla degli interventi dei vigili urbani, dell’irregolarità dei documenti, di altri reati.

Non si parla però di quanti appartamenti non possono essere assegnati e sono di fatto inservibili, non si parla di quante persone a Trieste hanno grosse difficoltà abitative fino ad arrivare a dormire in macchina o in strada. Non si parla di quanto la fetta di popolazione che trova difficoltà ad accedere alla casa si sia ampliata in questi anni, sulla spinta di un mercato immobiliare impazzito, gonfiato dalla rendita e dalla rincorsa agli affitti turistici brevi. L’unica prospettiva presentataci è il profilo quasi criminale di queste persone, senza mezza domanda sul perché siano state costrette a buttare giù una porta e dormire in un appartamento sfitto.

Lo Sportello degli Invisibili purtroppo non esiste più, la possibilità di fissare una residenza senza titolo neanche. L’emergenza casa invece sì, ed è sempre più drammatica. Oggi più che mai, anziché criminalizzare chi agisce in ragione di un bisogno basilare come quello di avere un tetto sopra la testa, è importante immaginare e costruire soluzioni concrete per fare in modo che questo diritto sia riconosciuto a tutte e a tutti.

Carlo Visintini
Assemblea Sociale di Adesso Trieste
ex occupante di casa ed ex portavoce dello Sportello degli Invisibili/SOScasa

 

L’immagine in evidenza si riferisce alla campagna nazionale portata avanti da Alta tensione abitativa.